GROSSETO – Verso il Giubileo straordinario della misericordia anche la Diocesi di Grosseto muove i suoi passi. Tre per l’esattezza: ascolto, silenzio e dare realtà alla misericordia. Non sono previste iniziative eclatanti, piuttosto si pensa ad offrire lo stile della misericordia in ogni iniziativa, perché diventi tempo che diventi spazio da abitare.
Il gesto che segnerà l’inizio dell’anno giubilare sarà la solenne apertura della Porta Santa della Misericordia: l’8 dicembre in San Pietro, domenica 13 dicembre in tutte le Diocesi. Nella Diocesi di Grosseto, domenica 13 dicembre il vescovo aprirà solennemente la Porta della Misericordia in Cattedrale. E’ stata individuata la porta laterale destra della facciata della Cattedrale. Il gesto solenne sarà preceduto da una processione che partirà alle 16 dalla chiesa di San Francesco attraverso corso Carducci. Tutti i fedeli saranno fatti entrare in Duomo dalla Porta Santa, sopra la quale campeggerà il dipinto di Rembrandt “Il Padre misericordioso”. Quindi il vescovo presiederà la Messa solenne.
«Attraversare la Porta – spiega il vescovo Rodolfo Cetoloni – significa tante cose, tra cui passare simbolicamente attraverso il modo di essere di Gesù, Figlio che ci apre la porta a Dio, ma anche attraverso la sua umanità che ci apre ad un modo di comunicarsi». Nel pomeriggio sono sospese le messe in tutte le parrocchie. La Porta della Misericordia resterà aperta per tutto l’Anno giubilare, che sarà chiuso in Diocesi il 13 Novembre 2016.
La “chiave” per vivere l’anno giubilare l’ha fornita il vescovo di Grosseto nel messaggio scritto alla Diocesi, nel quale suggerisce “tre passi nella misericordia”: «Il primo gradino è l’ascolto, dimensione che sarà valorizzata da pellegrinaggi, predicazioni, celebrazioni momenti di riflessione ma – suggerisce il vescovo – possono essere occasioni di ascolto profondo anche tutti i momenti di vita normale, gli incontri, le parole quotidiane, dette e ascoltate in ogni ambito. Il secondo passo sarà il silenzio con l’invito a darsi del tempo, a fermarsi, a meditare contemplando, vivendo davvero ciò che viviamo, lasciandoci portare dalle braccia forti che il silenzio ci fa riscoprire. Terzo passo è dare realtà alla misericordia. L’invito è a riscoprire le opere di misericordia spirituale e corporale attualizzandole nell’oggi, e a rimettere al centro la parola perdono. Passi chiari, semplici, possibili, a misura di ognuno, ripetibili, in crescita progressiva».
«Questo tempo – aggiunge il vicario generale don Desiderio Gianfelici – lo abbiamo pensato non inventando qualcosa di nuovo, ma inserendoci dentro le ragioni che hanno portato Papa Francesco a offrire questo anno e che abbiamo cercato di capire anche attraverso il logo del Giubileo: Gesù Cristo che prende Adamo e se lo mette sulle spalle e quest’ultimo avvicina l’occhio a Gesù fino a diventare, il suo occhio e quello di Gesù, un unico occhio. Chi ha creato il logo spiega questo dicendo che Gesù guarda la realtà con l’occhio umano, perché si è fatto carne, ma aiuta l’uomo ad assumere l’occhio/sguardo di Cristo. Questo tempo, dunque, sarà fatto di tappe che dovranno aiutare tutti a vivere questo movimento interiore, che si crea attraverso le esperienze che uno fa e i vissuti che è chiamato a vivere. Adamo è caricato sulle spalle e la sua veste si trasforma: nell’icona si vede benissimo che Gesù ha il colore della divinità ferita nel sangue, mentre Adamo trasforma il colore delle sua veste che viene dipinto in divenire ed è bello, perché dice che ogni esperienza è perché l’uomo possa sempre di più alzarsi e diventare se stesso, sempre più autenticamente uomo. E l’anno della misericordia è offerto perché questo possa accadere ancora”»
Spazio verrà concesso anche alle proposte di Caritas per la giustizia e per un’economia misericordiosa. «Caritas diocesana in questo anno santo sarà il soggetto che metterà a disposizione, non solo le sue strutture, ma anche la sua formazione perché i gesti che nella liturgia o nei riti vengono celebrati possano essere attuati nella vita pratica – precisa il direttore don Enzo Capitani -. Fondamentalmente Caritas proporrà un percorso di riflessione e di iniziative sulla giustizia, partendo dal presupposto che se c’è la povertà è perché manca la giustizia. Al di là dei tribunali, al di là delle pene, purtroppo non si fa una riflessione sul senso della giustizia e quindi Caritas lo proporrà come tema fondante, che è un ritorno alle radici del giubileo del popolo ebraico, laddove venivano restituite ai poveri anche le proprietà che erano state loro tolte. Un altro aspetto che Caritas porrà all’attenzione della società civile sarà la riflessione se è possibile una economia e una finanza diverse. Quello che stiamo vivendo è una modalità di vivere l’economia e la finanza speculativa e quindi egoistica. Come Chiesa locale vogliamo riflettere e possibilmente operare nel concreto per una economia e una finanza diverse. Ultimo tema sarà la pace, che nasce dalla giustizia, senza la quale ci sono povertà e quindi guerra».
Ad accompagnare il lungo anno santo la figura del venerabile Giovanni Nicolucci da San Guglielmo, i cui resti mortali sono conservati nella chiesa parrocchiale di Batignano.