GROSSETO – «Chi non rientra nei parametri della società se ne deve andare». Parla forte e chiaro il presidente Max Pincione a margine della gara contro il San Cesareo. Una sorta di conferenza non prevista dal rituale, al punto che si tiene nella sede dell’F.C. Grosseto, dove vengono convocati tutti i giornalisti, e non nella sala stampa, dove erano già passati alcuni dei protagonisti della gara vinta con il San Cesareo. Al presidente preme fare alcune precisazioni, soprattutto dopo l’addio del diesse Multineddu: «Non è un martire – dice Pincione -. Volevo chiarire questo. La società non ha colpe, se n’è andato, domandate a lui il perché».
Il presidente mette al riparo da indiscrezioni anche il tecnico dei biancorossi: «Giacomarro sarà l’allenatore da inizio alla fine, non è mai stato in dubbio, nemmeno dopo la sconfitta di Arzachena. La squadra è fortissima, è in crescita. Certi ritocchi serviranno, ma vedremo». Nessuna ufficialità per quanto riguarda la sostituzione di Multineddu: «Per il ruolo di direttore sportivo vedremo, ancora non si sa chi lo farà, ma in ogni caso il mercato lo fa l’allenatore. Dico solo che se vinciamo vince il collettivo, se non vinciamo mi prendo le responsabilità del caso».
Anche Paolo Iapaolo uomo di fiducia di Pincione, prende la parola per alcuni puntualizzazioni, anche in risposta a quanto dichiarato da Multineddu dopo l’addio: «È vero che noi cerchiamo giocatori che siano prima uomini e poi sportivi, ma questo vale anche per chi sta dietro una scrivania». Il dirigente chiarisce poi anche il percorso che ha portato l’attuale società a Grosseto: «Ho avuto l’incarico di trovare una società di calcio, ne ho contattate diverse, come Padova, Mantova, Casale, Pro Vercelli, Savona, Imperia, Pisa, prima di arrivare al dunque a Grosseto. Se si parla di “scintilla accesa in città”, è giusto precisare che Mirri, senza la presenza del sottoscritto, non conosceva nemmeno Pincione. Così stanno le cose, siamo persone per bene e sono venuto qua con intenzioni molto serie».