GROSSETO – L’organizzazione sindacale Sulpl, esprime la propria solidarietà all’agente della Polizia Municipale di Grosseto vigliaccamente aggredita e ferita in servizio presso l’ospedale Misericordia ad opera di un parcheggiatore abusivo. «Purtroppo si deve costatare che questo è l’ennesimo episodio di vili aggressioni con gravi lesioni riportate, subite da operatori di Polizia Municipale che hanno caratterizzato tutto il territorio provinciale negli ultimi mesi. Questi incresciosi fatti sono in costante aumento sia in scala nazionale che nei confronti delle forze di polizia statali, come confermato dai dati dell’Osservatorio di Asaps che vede un incremento, purtroppo, del numero di aggressori stranieri».
«I Comandi di Polizia Municipale e Locale, sono composti da donne e uomini che quotidianamente tentano di far rispettare le regole minime di vita, cercano di insegnare ed educare alla considerazione del prossimo, al riconoscimento della dignità ed equità umana e quindi alla coesione sociale nelle città – prosegue il coordinatore provinciale Lucio Caprilli -. Ci troviamo a fronteggiare una bomba sociale che sta esplodendo, ed a pagarne le conseguenze, oltre alla cittadinanza onesta, vi sono quelle figure professionali che vengono chiamate ad espletare funzioni di vigilanza e controllo di “prossimità del territorio”, che di fatto oramai consistono in vere e proprie operazioni di polizia al pari di quelle delle forze di polizia statali».
«La Polizia Municipale e Locale è ormai l’avamposto della sicurezza urbana, ma si dimentica che “non è riconosciuta come forza di polizia”. In caso d’infortunio in servizio gli operatori appartenenti alle forze di polizia statali, potranno ottenere “l’accertamento della dipendenza dell’infermità da causa di servizio”, quelli della Polizia Municipale e Locale no, in quanto esclusi al pari dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni ad opera della “manovra Monti” – precisano dal sindacato -. E non per ultimo va considerata la totale assenza di una formazione operativa specifica per svolgere in sicurezza il proprio servizio e di norme che impongano strumenti di autotutela per la difesa personale».
«Di certo il nostro problema non si risolverà con l’equo indennizzo per causa di servizio, che anche quando era in vigore non rispondeva alla necessità della Polizia Municipale e Locale, ma con l’equiparazione previdenziale, assistenziale e infortunistica con le Forze di Polizia ad Ordinamento Statale – conclude -. Noi siamo una Forza di Polizia con enorme professionalità e dignità ed abbiamo bisogno di una Legge di Riforma che lo riconosca in maniera inequivocabile, al solo fine di garantire il bene comune, il servizio ai cittadini e la legalità e vivibilità nelle Città e nel più piccolo e sperduto Comune d’Italia».