VETULONIA – Un tesoro straordinario emerge ancora una volta dagli scavi archeologici di Vetulonia. «È una piccola Pompei» dice la direttrice scientifica del Museo Isidoro Falchi, perché per la prima volta in Italia, grazie alle recenti campagna di scavi, è stata riportata alla luce un’abitazione importante dell’epoca etrusca, risalente a 2300 anni fa. Una scoperta unica che ha regalato anche alcuni reperti di valore straordinario il gruppo di sette bronzetti, tra cui due figure umane e un cavallo.
Gli scavi sono stati finanziati dal Comune di Castiglione della Pescaia e da alcuni sponsor privati come C.M. Studio, e fanno parte del “Progetto Vetulonia”, voluto per esplorare le zone ancora non scoperte dell’antica città. E in quest’ultima campagna prezioso è stato anche il lavoro dei volontari dell’associazione “Isidoro Falchi”.
«Dopo 150 anni dai ritrovamenti di Falchi – spiega la Rafanelli – siamo tornati a scavare a Vetulonia e abbiamo scoperto la “Domus dei Dolia”, una casa che faceva parte del quartiere andato distrutto nell’incendio del I secolo a.c.». Il fatto eccezionale è che è stato possibile riportare alla luce i muri della casa perché solitamente quello che fino ad oggi era stato ritrovato riguardava soltanto le fondamenta delle abitazioni etrusche».
Quello della Domus dei Dolia rappresenta soltanto il primo gradino di un lungo e complesso percorso che mira far riemergere l’intero quartiere di Poggiarello Renzetti con le sue case, le sue strade, le botteghe artigiane, le piazze e i templi. Insomma una piccola Pompei che farebbe della Maremma la vera capitale del mondo etrusco in Italia.
Alla presentazione dei risultati e dei reperti degli scavi erano presenti anche il sindaco di Castiglione della Pescaia Giancarlo Farnetani che ha ricordato come aver puntato su sport e cultura ha fatto sì che il territorio di Castiglione, grazie anche alla sua costa, sia diventato il terzo comune con più presenze turistiche della Toscana. Insieme al sindaco ha partecipato alla presentazione anche Giorgio Grasso, storico e critico d’arte, che incoraggiato sponsor privati e amministrazione a continuare nell’opera di ricerca e scavo dell’area.
Tra le buone notizie anche quella che i reperti ritrovati nella domus rimarrano a Vetulonia e troveranno un loro spazio all’interno del museo archeologico.