GROSSETO – Il caso delle “botti in legno” di Pereta, contro quello del “gazebo di Pappagone”. A fare il paragone è Massimo Felicioni, consigliere comunale di Grosseto Oggi. «A Pereta, un un borgo caratteristico della Maremma, viene messa in dubbio l’amministrazione Cinelli per aver riqualificato la piazza con ornamenti concordi con il paesaggio, nella città di Grosseto si permette l’installazione di una struttura metallica che fa letteralmente a schiaffi con il contesto – spiega Felicioni -. Ciò che ci chiediamo è quindi come sia possibile che, lo stesso ente che cura gli interessi paesaggistici di tutta la Provincia, lo faccia secondo canoni tanto diversi. Esistono delle procedure standard da applicare in questi casi? Come vengono valutati gli interventi di ristrutturazione e di realizzazione di strutture ex-novo? Nel notare tanta differenza nell’applicazione dei criteri di valutazione delle strutture e delle opere di risanamento, non viene che da dire che probabilmente la procedura non è tanto chiara neanche per chi la applica, figuriamo per i cittadini».
«Ciò che è sicuro, è che i cittadini fanno fatica a capire come si facciano le cose in regola, a Grosseto e in tutta Italia, visto che l’applicazione della norma è demandata a criteri evidentemente soggettivi e, che coloro che rivestono il ruolo di controllo sul patrimonio paesaggistico e artistico, non agiscono evidentemente secondo norme certe – prosegue Felicioni -. Davanti ad una situazione tanto contorta, sarebbe forse il caso di chiedere delucidazioni ai rappresentanti politici da cui dipendono i valutatori della soprintendenza, cioè il ministro Franceschin e il premier Renzi, il primo perché tollera questo strapotere ed il secondo perché, con il riordino delle pubbliche amministrazioni, ha tralasciato di analizzare quali sarebbero stati gli effetti sui diretti interessati, soprattutto sui cittadini».
«Se l’accaduto di Pereta ha davvero dell’inverosimile e manca totalmente di fondamento dal punto di vista di un intervento da parte della soprintendenza, ciò che accade a Grosseto è spiacevole per i proprietari della struttura ricettiva che hanno commissionato l’opera del gazebo, iniziativa che doveva loro portare nuove entrate ma che forse avrà solo ripercussioni negative sull’immagine del locale, a causa del malcontento creatosi in città – conclude Felicioni -. Di nuovo una dimostrazione che cittadini ed imprenditori sono sempre le uniche vittime di valutazioni errate e cattiva gestione degli enti pubblici».