GROSSETO – Cresce il numero delle imprese in Maremma. A dirlo sono i dati relativi al terzo trimestre del 2015 (luglio, agosto, settembre). Il tasso di crescita è dello 0,36% anche se quello su base annuale rimane negativo (-0,11%). Questo è significativo perché è un dato che fa comprendere quanto sia ancora lunga la strada per imboccare una ripresa convincente.
Ritorna anche se debole il segno più in agricoltura; segno positivo che si conferma, se pur di poco, nelle attività manifatturiere e nell’artigianato in genere, mentre il saldo delle imprese nei settori del commercio, dei servizi di alloggio e ristorazione e delle costruzioni torna in rosso. Continua il processo di capitalizzazione; trend positivo delle società di capitale (+1,49% congiunturale e +6,06% su base annua) mentre le imprese individuali e le società di persone manifestano una sostanziale invarianza. In crescita anche le imprese femminili, giovanili e straniere. Con una differenza sostanziale nella struttura: le femminili, sono al primo posto della graduatoria regionale, le giovanili e le straniere all’ultimo.
«La recente dinamica imprenditoriale – commenta il presidente della Camera di Commercio Riccardo Breda – conferma il quadro di insieme anticipato qualche giorno fa in occasione della giornata sui Numeri e Trasparenza. Nell’ultimo trimestre il sistema Maremma, in linea con il più ampio sistema Paese, ha risposto positivamente agli interrogativi riguardanti la tenuta complessiva. In questo senso, grazie anche a una favorevole condizione meteorologica, a un flusso turistico, soprattutto straniero, consistente e forse inatteso nelle proporzioni e a una pur contenuta ripresa dei consumi, le cose sono andate decisamente meglio dello scorso anno. Certamente questo non riguarda tutti i settori produttivi e i risultati sono ancora poco rilevanti per poter dire che sta arrivando quella spinta necessaria ad assicurare il rilancio dell’economia e dell’occupazione. Continuano a pesare la sovrabbondanza di vincoli burocratici, di tassazione e un livello dei consumi ancora contenuto sul lato della domanda. Si fa ancora sentire, inoltre, una oggettiva difficoltà nell’accesso ai finanziamenti, soprattutto agevolati, che – continua Breda – non stimola certamente le giovani generazioni a intraprendere l’”avventura” imprenditoriale. Giovani generazioni che sempre più frequentemente si sentono attratte, spesso giocoforza, a indirizzare altrove il loro futuro, talvolta fuori dal territorio nazionale».
L’economia: settore per settore – Nel terzo trimestre 2015 l’aumento delle imprese si presenta in modo sensibile solo nel settore numericamente più consistente per il contesto imprenditoriale grossetano e cioè nell’agricoltura (saldo iscrizioni – cessazioni, +23); mentre, dopo i risultati positivi dello scorso trimestre, manifestano una certa difficoltà il commercio (saldo -25), l’attività di servizi di alloggio e ristorazione (saldo -8) e le costruzioni (saldo-9). Si osserva poi che, oltre ai comparti sopra indicati, una forte incidenza viene “tecnicamente” imputata alla voce imprese non classificate (saldo + 103) e cioè a tutte quelle imprese che, pur registrate, non hanno ancora iniziato l’ attività.
L’andamento descritto pur valevole per il più recente periodo non trova però una fedele corrispondenza sul periodo più lungo. Infatti, a dimostrazione che i pur tenui segnali di ripresa si basano su comportamenti recenti e limitati ad un periodo ristretto quale il trimestre, rileviamo che in segno di un più articolato comportamento, la variazione annua tra i settori con maggiore consistenza, risulta negativa, per l’agricoltura, che in un anno ha perso quasi il 2% delle imprese (-1,86 % per la precisione), per le costruzioni (-1,96%), per il trasporto e magazzinaggio (-3,03%) mentre assume il segno più, con diversa gradualità, per le attività manifatturiere (1,1%), per il commercio (+0,18%) e attività di alloggio e ristorazione (+1,06%), attività immobiliari (1,15%), noleggio, agenzie viaggi, servizi alle imprese (+3,71%) ed altre attività di servizi(+3,32%).
Un sintetico approfondimento si rende necessario anche relativamente alla distribuzione delle imprese per settore economico. Al 30 settembre 2015, fatto pari a 100 il totale della comunità imprenditoriale maremmana, 32,57 imprese appartengono al settore primario (erano 32,86 alla fine del 2014 e 33,06 un anno fa, il 30 settembre 2014) superando di ben tre volte il valore medio regionale (Toscana 10,21%, Italia 13,41%); 5,67 al settore manifatturiero (13,88% in Toscana e Italia 10,31%); 12,58 alle costruzioni (15,71% in Toscana, 15,08% in Italia); 20,16 al commercio (25,69% in Toscana, 27,38% in Italia); 9,28 Alberghi e P.E. (8,22% in Toscana, 7,52% in Italia); 4,47 alle Attività immobiliari (6,55% in Toscana, 5,03 % in Italia).
Le imprese: dalle società di capitale a quelle individuali – Relativamente alla natura giuridica delle imprese nei mesi di luglio, agosto e settembre 2015 tutte le classi manifestano un saldo positivo. In particolare anche in questo trimestre la classe che più cresce in termini di “peso”è quella delle società di capitali (+1,49%); con un saldo trimestrale di 62 imprese viene consolidato l’andamento positivo degli ultimi anni e impresso un’ulteriore accelerazione al processo in atto di capitalizzazione.
Dai dati riportati in tabella si osserva che le società di capitali al 30 settembre 2015 confrontate con quelle iscritte un anno prima, risultano aumentate del 6,06% (lo scorso trimestre lo stesso indicatore segnalava + 5,6%, mentre un anno fa la variazione tendenziale annua era del 2,71%). Di converso, a dodici mesi, le società di persone manifestano un discreto calo (variazione annua -0,75%); calo che diventa più intenso per le imprese individuali (-1,38%), mentre continua la crescita (+2,04%) delle imprese catalogate con la definizione di altre forme (cooperative, consorzi, ecc.).
Le imprese in rosa – Per quanto riguarda quelle femminili risulta confermata la spiccata caratterizzazione in rosa del sistema imprenditoriale grossetano. Infatti al 30 settembre 2015 su 100 imprese ben 26,89 sono imprese femminili; la Maremma ancora una volta si dimostra “capolista” tra le province toscane distanziando di oltre un punto Livorno e di oltre 4 e 5 punti, rispettivamente, il valore medio regionale e italiano L’imprenditorialità femminile si manifesta con un sostanzioso peso nelle altre attività di servizi (55,5%), dove risulta maggioritaria, nella sanità (45,88%) e poi, nell’ordine, in agricoltura (34,03%), alberghi e P.E. (31,80%) e commercio (28,99%).
Le imprese e gli imprenditori giovani – Di tutt’altro risultato, invece, la presenza di imprese giovanili. Nonostante il pur significativo tasso di crescita trimestrale (2,71%) il nostro territorio risulta all’ultimo posto della classifica tra le province toscane. Grosseto, con uno “striminzito” 7,78% (media Toscana 9,16% e Italia 10,04%), fa registrare un gap di oltre 4 punti dalla provincia pratese che con il 11,89% guida la graduatoria regionale. Per questa tipologia di imprese i settori con prevalenza relativa di youth enterprises superiore al 10% sono: altre attività di servizi (14,12%), attività finanziarie e assicurative (12,99%), servizi alle imprese (12,45%), attività di servizi di alloggio e ristorazione (11,04%) e servizi di informazione e comunicazione (10,74%).
Le imprese straniere – Infine le imprese straniere. In Maremma, ancorché in aumento, sono in numero significativamente contenuto. Infatti se è vero che crescono (+0,89%) con una percentuale doppia rispetto a quella complessiva provinciale (+0,36%), detta crescita risulta comunque inferiore rispetto sia al valore medio regionale (1,08%) che nazionale (1,21%). Inoltre, pur ignorando il dato anomalo di Prato (26,18%), dovuto alla storica presenza dell’imprenditoria cinese prevalentemente collegata al settore tessile, così come per le imprese giovanili, quelle straniere (7,09%), risultano in termini di rapporto al numero totale di imprese, marcatamente distanziate dalla media regionale (12,50%) e italiana (9,01%). Per questa tipologia di imprese i settori con maggior prevalenza relativa di imprese “forestiere” sono le costruzioni (11,94%), il commercio (11,11%) e i servizi alle imprese (10,73%).