GROSSETO – «In provincia di Grosseto si continua a morire di lavoro. Anzi si muore molto più di prima, nonostante le statistiche dicano che per raggiungere la media dei disoccupati della regione servirebbero 8.500 nuovi occupati, e la Camera di commercio preveda a fine 2015 una diminuzione di un ulteriore 1,5% per il lavoro dipendente». A parlare è Claudio Renzetti, che interviene dopo l’incidente mortale di Civitella.
«Ancora una volta un incidente in agricoltura, ancora una volta è accaduto a un lavoratore di origini non italiane: Costantin, aveva 19 anni. Seguiranno articoli che ne racconteranno la breve vita e poi diventerà soltanto un numero di una tragica sequenza statistica – afferma il segretario della Cgil -. Il tributo di sangue del mondo del lavoro è un dato di fatto, e anche senza soffermarsi sul singolo incidente appare chiaro che con la crisi la sicurezza è tornata a essere considerata un lusso che non ci si può più permettere. Come se queste vittime, quelle sul lavoro, fossero vittime “minori”, in qualche modo inevitabili».
«La Cgil non vuole rassegnarsi – afferma ancora Renzetti -; per questo urliamo al mondo che c’è una grande questione nazionale ancora tutta da affrontare. Questione che non può essere derubricata e nemmeno archiviata, perché ogni morto sul lavoro è un lutto terribile, ma è qualcosa che quasi sempre poteva e doveva essere evitato. Se nonostante tutto quel che si è fatto infortuni e lutti non si fermano, è segno che non si è fatto abbastanza e che nessuno di noi può mettersi la coscienza in pace. Tutti usciamo sconfitti da questa ennesimo, terribile lutto».
«Il lavoro deve essere vita e veicolo di emancipazione economica e sociale. La deregolamentazione del mercato del lavoro, quindi, è per noi inaccettabile. Coì come l’istituzionalizzazione della precarietà mina alla base la sicurezza che richiede regole certe ed esigibili, rapporti il più possibile stabili, conoscenze e saperi che si costruiscono con processi formativi duraturi nel tempo. Troppe cose stanno andando da un’altra parte, e tante dovranno cambiare alla radice per tornare a condizioni tollerabili. Di fronte alla tragedia di questo ragazzo e della sua famiglia spero che chi ha il potere di cambiare lo stato delle cose non si riempia la bocca la di belle parole. È solo sui contenuti che chi ha il potere di modificare questo inaccettabile stato delle cose – conclude la Cgil -, dovrà dimostrare con i fatti che la tragedia del povero Costantin, rimasto per una notte intera sotto un trattore nella toscana felix non è stata vana».