GROSSETO – Una vicenda che parte dal 2008 e che potrebbe avere ripercussioni economiche su circa 400 cittadini che hanno acquistato caso nell’area Peep del Pizzetti e rischiano di dover pagare una media di 18 mila euro a testa per le proprie abitazioni. A riportare l’attenzione sul tema è il Movimento 5 Stelle che denuncia fermamente l’impostazione dell’atto attraverso il portavoce e consigliere comunale Giacomo Gori: «Non è accettabile che gli assegnatari degli alloggi popolari siano chiamati a rispondere delle pesanti conseguenze economiche che scaturiscono dai gravi comportamenti di cui il Comune si è reso responsabile nel 2008 nella gestione del rapporto contrattuale con le cooperative cessionarie».
Tutto nasce, secondo i pentastellati, da una trattativa che l’amministrazione comunale di centrodestra, stava portando avanti con le sorelle Anna Maria e Diana Maria Cavalli, proprietarie del terreno. Una trattativa che nel cambio di giunta, passata la centrosinistra con Bonifazi, non è mai stata conclusa. «C’erano i presupposti – spiega Gori -, ma malgrado il cambio di colore dell’amministrazione, fu scelto di non risolvere un problema, anche perché si sapeva che la Corte costituzionale, su spinta delle normative europee sarebbe intervenuta».
Ma da quel momento in poi, cosa è successo? A ripercorrere cronologicamente la vicenda è un altro esponente del Movimento 5 Stelle, l’avvocato Claudio Fiori che è anche legale degli assegnatari che hanno deciso di impugnare il provvedimento. «La procedura di esproprio prevede un iter e il Comune è andato per la sua strada, pur sapendo che ci sarebbe stato un intervento della Corte costituzionale che ha stabilito il ripristino dell’indennità provvisoria. Sulla scia di quanto accaduto, le sorelle Cavalli chiesero 26 milioni di euro all’amministrazione comunale che a sua volta, in data 19 settembre 2008, fece richiesta di un parere da parte della Commissione provinciale espropri. Quest’ultima stabilì una cifra di 14.929.565 euro per l’esproprio. Faccio presente – aggiunge Fiori – che tra i membri della commissione c’era un dipendente del Comune che quindi non poteva non sapere. Il fatto anomalo è che dieci giorni dopo, l’amministrazione comunale firma la convenzione con le cooperative concessionarie, per la cifra di circa 7 milioni di euro, inserendo la clausola del “salvo conguaglio”, ma di fatto non avverte e non inserisce nel contratto nessun accenno a quanto stava accadendo, pur essendone a conoscenza».
Un problema che è di fatto esploso, quando la Corte di Appello di Firenze ha condannato il comune di Grosseto a corrispondere alle sorelle Anna Maria e Diana Maria Cavalli il complessivo importo di euro 16.422.521,50 a titolo di indennità di esproprio dei terreni per la realizzazione del piano di edilizia economica e popolare denominato Villa Pizzetti. «Come se ciò non bastasse il Comune persevera nel suo comportamento di malafede quando con nota datata 9 ottobre 2008, ma spedita solamente dieci giorni dopo, informa le cooperative dell’azione intrapresa dalle sorelle Cavalli – aggiunge Fiori. Tale iniziativa anziché mitigare la precedente scorrettezza la amplifica, perché non solo fa apparire l’azione delle Cavalli come successiva alla convenzione, ma anche perché non cita il parere della commissione provinciale, specificando che “in particolare” è stata formulata domanda di determinazione giudiziale di indennità senza riportare che l’entità richiesta era di oltre 26 milioni di euro».
A questo punto il Comune, per risolvere il problema ha introdotto una proposta di delibera da approvare in consiglio, in cui stabilisce che a pagare siano i 400 assegnatari con una media di 18mila euro a testa. Per questo precisa in conclusione Gori: «Il Movimento 5 stelle non accetta che la vicenda possa risolversi a danno degli assegnatari ed invita tutti i consiglieri comunali ad esprimere il voto negativo semmai la proposta dovesse essere portata in consiglio».