GROSSETO – Si avvicinano le 18 del 21 ottobre, termine fissato per la scadenza del bando di cessione della ex Mabro. Ci risiamo, quindi, con la rinnovata speranza che questa volta si vada oltre le manifestazioni d’interesse, o le buste troppo leggere e prevalga finalmente la concretezza in una vicenda piena di insidie e ostacoli.
Il percorso degli ultimi anni, per l’azienda di via senese, da tumultuoso è divenuto piatto, perché dalla protesta e dal grido di dolore dei lavoratori, si è passati al commissariamento per far ripartire la produzione attraverso la Prodi bis. Produzione che però è ferma da quasi due anni, aspetto che non fa altro che rendere la vicenda “anestetizzata”.
I posti di lavoro per il momento sono stati “congelati” dagli ammortizzatori sociali, mentre tra pensionamenti e fuori uscite naturali, il numero degli occupati si è ridotto. Non di molto però, o almeno non di quanto sarebbe necessario per attirare un investitore che, in ogni caso, oltre che con la manodopera dovrebbe fare i conti anche con il costo del capannone e dei macchinari.
Eppure c’è chi sostiene che almeno due offerte potrebbero arrivare a destinazione proprio all’ultimo tuffo. Il commissario Paolo Coscione è sempre stato piuttosto ottimista sull’appetibilità dell’azienda, ma con il trascorrere del tempo è opportuno dire che non c’è più spazio per eventuali bluff e nemmeno per “allungare il brodo” in attesa di nuovi eventi. Occorre dare un futuro ai lavoratori e alla produttività territorio, ammesso che tutto questo sia possibile a 48 ore dalla scadenza del bando di cessione.