GROSSETO – “La proposta di abbattimento dei lupi, specie protetta dalla direttiva Habitat e da normative nazionali, seguendo l’esempio francese, – ha spiegato Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente – è una decisione sbagliata che, in Francia come in Italia, non risolve il problema gravissimo dei danni provocati dalle predazioni agli allevamenti ma potrebbe addirittura aggravarlo. Tra l’altro gli attacchi alle greggi non sono solo a opera di lupi ma anche da parte di cani inselvatichiti, randagi o ibridi. Invece di scegliere, infatti, come unica strada la scorciatoia dell’abbattimento, occorre individuare in stretto contatto con gli allevatori le azioni necessarie per far coesistere l’allevamento di qualità in un contesto naturale di cui il lupo fa parte, come sta avvenendo in numerose aree d’Italia e all’estero. E in questo gli allevatori hanno un ruolo fondamentale, non solo come presidio per la tutela, la gestione e la conservazione delle aree agricole, ma anche per la difesa dal dissesto e dal degrado del territorio. Proprio per questo non vanno abbandonati a sé stessi ma sostenuti e aiutati per risolvere la grave problematica legata alle predazioni che determina danni altissimi alla rete di allevatori presenti nel territorio”.
Oltre a prevedere indennizzi per danni diretti e indiretti occorre moltiplicare le catture di ibridi e canidi e al tempo stesso ridurre sensibilmente il randagismo canino moltiplicando le azioni per una campagna efficace contro l’abbandono, favorendo la sterilizzazione, il possesso responsabile del cane e l’adozione dei cani abbandonati. Allo stesso tempo, però, occorre utilizzare in maniera corretta all’interno degli allevamenti, con tanto di controllo e approvazione dei tecnici competenti, le misure di prevenzione come recinzioni e cani da guardianìa opportunamente educati.
Il lupo è un animale protetto perché considerato specie a rischio estinzione, che sta ripopolando aree dove era presente un tempo, evidenziando l’innalzamento della qualità ambientale di questi territori e rappresenta tra l’altro l’unico predatore degli ungulati selvatici presenti in modo sempre più significativo.