SCARLINO – Tutela della salute e del lavoro «Principi che devono essere armonizzati quando si parla di inceneritore». Il Psi di Scarlino interviene sulla questione dell’inceneritore. «Riteniamo che la presenza di un impianto industriale in un certo territorio debba essere valutata in accordo con le caratteristiche proprie di quel territorio, e non solamente in maniera astratta – si legge nella nota -. Si tratta infatti di un territorio con forte vocazione turistica e ormai denso di produzioni agricole di qualità. L’impianto di Scarlino, pur se dalle analisi dell’Arpat (dipartimento di Grosseto) appare in regola relativamente alle emissioni per come misurate, comporta tuttavia, a nostro avviso, un carico eccessivo sul territorio e sulla zona dove insiste».
«In sostanza a noi appare un impianto decisamente sovradimensionato rispetto alle dimensioni e alle esigenze del territorio – prosegue il Psi -. E di per sé comporta emissioni che il territorio non può sopportare. Pur tuttavia vi operano molti lavoratori, fatto che pure non può essere trascurato. Occorre allora trovare una soluzione ragionevole anche in prospettiva, salvaguardando il più possibile gli interessi e le esigenze del territorio. Ci sembra logico dire che l’impianto attuale, così come è non va bene».
«Peraltro, anche in un’ottica di raccolta differenziata spinta, percorso che va continuato con convinzione, occorre prevedere un sistema di smaltimento dei residui locali non riciclabili – continua la nota -. Per far ciò occorre un impianto che sia dimensionato solamente sulla produzione locale di rifiuti. Il che comporta che quello attuale (a sua volta derivante da riconversione di impianto industriale) vada demolito, in quanto non riconvertibile come tale, e sostituito con un impianto più piccolo, dotato delle più moderne tecnologie di controllo del materiale in ingresso, di controllo della combustione (che deve essere ad alta temperatura per prevenire la produzione di diossine) e di filtraggio dei fumi».
«Occorre inoltre però prevedere una soluzione per i lavoratori dell’attuale impianto. La nostra proposta è quella di individuare un percorso temporale congruo, di concerto con le sigle sindacali rappresentative dei suddetti lavoratori, durante il quale siano individuate soluzioni ponte o definitive, per chi vuole, con collocamento in altre realtà lavorative, sino a che non sia operativo il nuovo impianto» conclude il Psi.