GROSSETO – Pincione segue il Grosseto all’ombra della Statua della Libertà ma i biancorossi dimostrano ampiamente di avere seguito le sue raccomandazioni prima della partenza, d’altronde il cellulare di Iapaolo è in continuo collegamento con gli States, e gli episodi della partita lo porteranno a chiamare il presidente diverse volte; tre telefonate sono addirittura identiche, quasi una eco della linea a ripetere il nome di Zotti in continuazione.
Giacomarro, nella conferenza stampa infrasettimanale, aveva spesso invocato le punizioni dal limite, consapevole di avere uno Zotti che in allenamento, quando tirava male, colpiva la traversa. E a proposito del mister vale la pena soffermarsi sul suo mantra: “Domenica dopo domenica”, non originalissimo per un allenatore italiano e molto simile al centimetro dopo centimetro di Al Pacino. Vero è che ogni settimana si porta dietro le sue sfide e tra le tante il recupero psicologico di Lanzano che contro l’Olbia “segna un gol”, smanacciando un pallone fuori dalla linea di porta con un riflesso da Avenger.
Un campionato difficile che è apparso complesso fin a subito per le trasferte insidiose e lontane, ma soprattutto per la qualità di molte compagini avversarie, tra tutte l’osservata speciale Viterbese che continua a pareggiare e, vista la particolare attitudine al cambiamento della proprietà, probabilmente vicina anche a un avvicendamento in panchina. Il Grifone però deve pensare al Grifone e se da un parte la squadra dà una sensazione di una grande forza, dall’altra manifesta ancora un’inquietante instabilità; all’Olbia non sono mancate le palle gol ed è nel modo in cui sono state neutralizzate che si evince la necessita di lavorare ancora sodo sugli schemi difensivi.
Alla fine però è una vittoria importante e soprattutto una bella partita, dove questa volta il Grosseto non ha mai rischiato seriamente il naufragio, anche se, all’87’, lo scontro tra il mai dimenticato Giglio e il giovane Schettino, qualche ansia in tribuna l’ha provocata.