GROSSETO – Mercoledì 16 settembre ricorrono dodici anni dalla morte del vescovo Adelmo Tacconi, che guidò la diocesi di Grosseto dal 1979 al 1990 quando, per raggiunti limiti di età, rassegnò le dimissioni rimanendo a Grosseto come vescovo emerito e continuando ad essere una presenza discreta, preziosa e delicata nei confronti dei successori, a disposizione per sopperire ad esigenze pastorali e per recarsi nelle parrocchie ad amministrare le Cresime.
La Chiesa di Grosseto, grata per la testimonianza di don Adelmo, vuole ricordarlo con una Messa di suffragio, che sarà celebrata mercoledì 16 settembre in Cattedrale alle ore 10.
Il vescovo Adelmo quest’anno avrebbe compiuto 100 anni. Era nato, infatti, a Roccastrada il 20 novembre 1915.
Fu ordinato prete a Roma il 3 febbraio 1940 da mons. Pascucci, vescovo segretario del vicariato di Roma. Rientrato a Grosseto, fu cappellano in Cattedrale e vice rettore del Seminario, insegnante di religione nelle scuole statali, e nel 1947 divenne parroco della Cattedrale. Fu nominato canonico teologo del Capitolo della Cattedrale. Fu anche responsabile dell’ufficio amministrativo della curia vescovile. Il 23 aprile 1970 fu eletto vescovo ausiliare del vescovo Primo Gasbarri per la diocesi di Sovana-Pitigliano, per poi diventare ausiliare di Grosseto nel 1975 con diritto di successione. Il 23 marzo 1979 divenne vescovo ordinario di Grosseto. A lui si deve l’impulso per una pastorale rinnovata, che trovava spunto nei convegni pastorali con clero e laici, nonché l’erezione di nuove parrocchie come quella della Santa Famiglia, a Grosseto, che il 21 maggio 1989 accolse san Giovanni Paolo II, pellegrino a Grosseto. Fu, quello, senza dubbio il momento più entusiasmante dell’episcopato di monsignor Tacconi, che ha avuto il privilegio di accogliere un Papa a Grosseto a distanza di 850 anni dall’ultima visita.
“Ricordare monsignor Tacconi è un dovere e per i cristiani il modo più bello per farlo è celebrare la Messa”, commenta don Franco Cencioni, proposto del Capitolo della Cattedrale, la cui vita molto si è intrecciata con quella del vescovo Adelmo. Erano insieme a Firenze ad un convegno quando don Adelmo venne raggiunto dalla notizia di essere stato nominato vescovo ausiliare: “Ricordo – racconta don Cencioni – che tornammo via in tutta fretta perché richiamati a Grosseto dal vescovo Gasbarri. Fu un grande momento di gioia fraterna, perché diventava vescovo un sacerdote della nostra Chiesa e una figura che era stata centrale nel mio cammino vocazionale. Fu lui, infatti, che da vice rettore mi accolse in seminario nel 1940 e fu mio insegnante di greco e matematica. Mi auguro che in tanti mercoledì possano essere presenti alla Messa di suffragio”.