GROSSETO – E’ La prima volta che un’intero quartiere di Grosseto, il Casalone, decide di esporre i propri problemi ad un movimento politico come il Movimento 5 Stelle. «Il fatto poi che lo stesso M5S sia stato “invitato” proprio dai residenti in tale quartiere ad un incontro, che si è svolto pubblicamente venerdì la dice lunga sul clima che si respira in molte zone della città».
«“La parola ai cittadini” è un’iniziativa nata a Milano, che si è estesa a macchia d’olio. Prevede incontri con un rappresentante politico scelto dai rappresentanti del quartiere, l’individuazione dei problemi, la votazione in base alla loro importanza e il lavoro da fare per portare le istanze in consiglio comunale – precisano -. Venerdì erano in tanti, e si sono espressi con chiarezza e determinazione; un quartiere dimenticato, hanno detto, dove gli allagamenti per la mala gestione dei fossi e canali sono all’ordine del giorno, dove l’aria è irrespirabile per il vicinissimo impianto a biogas, dove la viabilità è piena di gravi criticità che ne compromettono la fruibilità e la sicurezza, le erbacce non sono tagliate, i rettilinei servono come pista notturna per le prove di velocità di auto e moto; e ancora, dove il trasporto pubblico è quasi un fantasma, una discarica coperta da decenni che si teme abbia inquinato le falde e soprattutto dove una scuola non è stata mai finita, una palestra ed un parco giochi mai fatto».
«Al Casalone abitano circa 1500 persone, tante famiglie con minori, i problemi sono tanti e i residenti sono stufi, c’è tutto un rimpallo di responsabilità tra le cooperative Acli che hanno costruito una parte del quartiere, il comune, il consorzio bonifica, l’acquedotto del Fiora, la Tiemme – affermano -. Il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Giacomo Gori, invitato all’incontro, insieme al rappresentanti della Associazione Boulè di via Ginori, ha raccolto le proteste e spiegato i meccanismi della vita pubblica istituzionale e garantito che, come sempre, il Movimento fa sue le istanze e le proposte dei cittadini, che devono e possono partecipare in forma attiva alla soluzione di tali problemi. In molti hanno accettato di lavorare e dato la loro disponibilità. Cambiare questa città si può, iniziando proprio dai singoli quartieri».