FOLLONICA – Nessuno vuole l’inceneritore. È una piazza intera a Follonica che oggi pomeriggio ha gridato in modo chiaro un forte “no” all’impianto di Scarlino Energia. Non lo vogliono i partiti, tutti presenti in piazza Sivieri con le loro bandiere, non lo vogliono gli amministratori di Follonica e Scarlino, non lo vuole la politica sia questa di maggioranza o di opposizione. Non lo vogliono le associazioni che sempre si sono battute contro quell’impianto e tra questi i promotori della grande mobilitazione di oggi, il Comitato del No. Non lo vogliono i cittadini, in tanti oggi a Follonica, circa 700. Non lo vogliono le mamme di questo territorio che dal palco della piazza hanno chiesto un fututo sicuro ai loro bimbi, senza il pericolo di inquinamento, senza il rischio che la vita dei loro figli sia spezzata dalla malattia e dai tumori. Ad accompagnare manifestazione e corteo anche la musica dei Matti delle Giuncaie e di Cocco Cantini, ma anche le parole dei poeti.
Un forte “no” da parte di tutti, ma anche uno sguardo al futuro per proporre nuove soluzioni. Le parole chiave come sempre sono riciclo e riuso e un modello di sviluppo che potrebbe garantire anche maggiore occupazione.
Il territorio, ancora una volta, si ribella all’idea che nell’area del Casone riapra l’inceneritore. «È un impianto degli anni ’60 – dice il sindaco di Follonica nel suo intervento a chiusura della manifestazione – è vecchio e funziona male. Ha i parametri tra i peggiori d’Italia e non deve riaprire».
Il messaggio è chiaro ed è indirizzato alla Regione Toscana che a giorni si dovrà esprimere sulle varie autorizzazioni per poter far ripartire o chiudere per sempre l’inceneritore. In piazza, come detto ci sono tutte le banidere e ci sono anche i parlamentari Monica Faenzi di Forza Italia, e Alfonso Bonafede del Movimento 5 Stelle. Ma anche, per la prima volta negli ultimi anni, il sindaco Marcello Stella e tutta la giunta di Scarlino. C’è il Pd, che prima aveva annunciato di non partecipare e poi ha cambiato idea; c’è Forza Italia e c’è Fratelli d’Italia, il Movimento Onda, ma anche tutti i partiti di maggioranza dai Verdi al Psi. E poi rifondazione e tanti striscioni.
Toccante l’intervento di Roberto Righetti, una vita a lavoro nell’area industriale del Casone. Lotta da anni contro un tumore e racconta quello che succedeva agli operai della zona. «Sono morti in tanti, io sono qui a parlare di fronte a questa piazza, ma i miei compagni non ci sono più. Dobbiamo difendere questa terra dall’inquinamento» dice.
La speranza per tutti è che la Regione fermi per sempre l’impianto e per questo anche oggi sono state raccolte decine di firme a sostengo della mozione che sarà presentata a Firenze. L’appello va soprattutto a Enrico Rossi, governatore della Toscana. «A chi ci governa – dice una mamma sul palco – chiedo di difendere il futuro dei miei bambini, siamo stufe di non essere mai ascoltate».
Una manifestazione che segna sicuramente una svolta per il territorio, un punto di partenza se le cose dovessero andare male, perché quella piazza, quella gente, di Follonica e di Scarlino, ma anche di tante altre parti della provincia, non si arrenderà facilmente. Ed è questo il messaggio più evidente che arriverà lontano in tutte le stanze della politica che conta.