TALAMONE – Ancora un urlo della popolazione, ancora una protesta contro la chiusura degli uffici postali di piccole dimensioni che, dalla prossima settimana, potrebbe concretizzarsi irrimediabilmente. Questa mattina a Talamone, davanti ad uno degli uffici postali maremmani di cui, Poste Italiane, ha disposta la chiusura a partire dal 7 settembre, si è nuovamente riunita la popolazione con striscioni e con la compagnia degli amministratori del Comune di Orbetello, con in prima linea il vice sindaco, Marcello Stoppa e l’assessore Walter Martellini.
Una protesta che ha seguito un trend settimanale che ha visto, dapprima tutti i sindaci riuniti a Grosseto davanti alla sede centrale di Poste Italiane per un sit-in collettivo contro le alienazioni degli uffici postali, ed in seguito una grande manifestazione a Firenze dove si è sentita anche la voce del governatore della Toscana, Enrico Rossi.
Ma tutto, adesso, sembra appeso alle decisioni della giustizia amministrativa: «E’ una scelta sciagurata di Poste Italiane che non possiamo accettare – spiega Walter Martellini, assessore cresciuto proprio nel porto garibaldino – ieri si è riunito il tribunale amministrativo e speriamo che possa emettere una sospensiva di tali provvedimenti di chiusura che arrecherebbero un grave danno alla popolazione di paesi piccoli come Talamone. Ieri a Firenze c’è stato anche il contatto con i rappresentanti del governo – conclude – e speriamo che anche da quel lato possa essere fatto qualcosa per evitare questi accadimenti».
Alla manifestazione pacifica, presenziata comunque dalle forze dell’ordine, ha partecipato anche la Cgil, oltre ad altri politici della zona come Antonio Cagnacci, membro della neo emergente lista Civati e Roberto Berardi, consigliere di opposizione che ha ribadito che «tali provvedimenti non dovrebbero essere presi da Poste Italiane perchè costituiscono una grave limitazione ad un servizio necessario ai cittadini».