GROSSETO – Gli ultimi in ordine di tempo sono William Capra, Francesco Aquino, Giampiero De Michele. Ma ci sono anche Andrea Santini e altri esponenti dem in giro per la provincia. In pochi giorni il Partito democratico maremmano ha perso eletti e simpatizzanti, un fenomeno che sta assumendo la forma di un’emorragia. Sicuramente le uscite, più o meno pesanti (per esempio a Gavorrano Capra è capogruppo di maggioranza) non possono essere più catalogate come semplici casi da collegarsi a questioni personali. Un problema di rappresentanza nel Pd, anche a livello locale, forse c’è.
Non è soltanto un problema di clamore per le dichiarazioni sulla stampa, ma forse un problema legato al nuovo assetto politico e istituzionale che il Pd si è dato a partire dalle scelte di governo.
E se a livello nazionale hanno fatto rumore le uscite dei vari Civati e Fassina, con le elezioni amministrative vicine, anche in Maremma un po’ di agitazione questi nuovi abbandoni la stanno creando.
Le sfide elettorali della prossima primavera, a partire dal Comune di Grosseto, saranno un passaggio centrale. Prima di allora però il Pd, oltre a pensare a eventuali candidati e primarie, dovrà pensare anche alle coalizioni. La vocazione maggioritaria conta anche a livello locale, ma certo costruire una squadra su cui contare è altrettanto importante. Per questo il Pd dovrà interrogarsi anche sulle strategie future e capire quali margini ci siano per chi, uscito dal partito, per il momento continua a collaborare con i dem. Non sarà un compito facile, anche perché nel prossimo autunno a sinistra il quadro sarà estremamente mobile. Ci sarà un nuovo soggetto in grado di riunire tutte le anime dei fuoriusciti dal Pd oppure, come spesso è accaduto, ci sarà l’ennesima frammentazione. I punti interrogativi saranno molti compreso quello che riguarda il proseguo dell’emorragia del Pd. Si fermerà o continuerà?