GROSSETO – I comuni avranno un ruolo centrale. Sulla geotermia la Regione si prepara ad approvare una risoluzione targata Pd per dare più potere ai comuni di decidere.
“Lo sfruttamento dell’energia geotermica non è una materia nuova da governare attraverso continue pause e rinvii. È da tempo arrivato il momento di elaborare una norma chiara che ne tracci le regole nella nostra regione – commenta Leonardo Marras, capogruppo PD in Regione Toscana -. Ho preso un impegno con il mio territorio in campagna elettorale e voglio portarlo avanti fino in fondo. In accordo con i sindaci della provincia di Grosseto, e i consiglieri regionali delle province di Pisa e Siena abbiamo elaborato e depositato una risoluzione che presenteremo presto in Consiglio”.Nel 2010 il Parlamento si è espresso a favore dell’utilizzo dell’energia geotermica ed è intervenuto per favorirne lo sviluppo con la semplificazione delle procedure; la Regione Toscana, nel 2013, ha approvato un protocollo d’intesa, la Rete geotermica, alla luce degli obiettivi contenuti nel piano di sviluppo europeo che prevedono il supporto regionale al raggiungimento dell’obiettivo nazionale del 17% di energia da fonti rinnovabili. A febbraio 2015 la Regione ha disposto una moratoria semestrale per la sospensione del rilascio di permessi di ricerca, aumentati significativamente con la liberalizzazione.
“Da troppo tempo si discute di geotermia buona o cattiva – prosegue Marras -, ma non è questo il punto. Credo, piuttosto, che la risposta al dilemma ce la dia la legislazione regionale recente e si incentri su una delle nostre risorse principali: il paesaggio”.
La Regione Toscana è stata tra le prime Regioni italiane ad approvare un proprio piano paesaggistico, considerando il paesaggio come un bene comune da tutelare, oltre che come fattore di crescita economica e sociale; nel Piano di Sviluppo Rurale sono previsti vincoli e strumenti per tutelarne la conservazione e il corretto sviluppo.
“È importante riaffermare il valore strategico dell’energia geotermica, anche dal punto di vista delle ricadute economiche e occupazionali che ha sui territori interessati, ma – continua Marras – sono convinto che sia necessario coniugarne lo sviluppo della produzione con la sua integrazione con il territorio, definire norme omogenee di gestione dei programmi di ricerca e coltivazione della geotermia, che siano compatibili con le caratteristiche del paesaggio e con la normativa che ne disciplina la conservazione e la trasformazione. Bisogna, insomma, scegliere individuando consapevolmente le compatibilità e le tolleranze degli interventi”.
“Oltre alle dovute valutazioni di carattere ambientale – conclude Marras -, si compie anche un importante passo in avanti. Prevedendo l’utilizzo della conferenza di pianificazione, così come accade per le altre attività che si insediano nel territorio aperto, si rimettono al centro i Comuni, perché non è possibile generalizzare con una risposta, di concessione o negazione, per tutta la regione, ogni territorio ha le proprie caratteristiche e il Comune è l’ente che meglio può valutare l’opportunità di permettere o meno la costruzione di impianti per lo sfruttamento geotermico.
Le ricchezze dei nostri territori stanno proprio nelle differenze. Rispettarle non vuol dire assumere atteggiamento conservatori, ma saper integrare la macro programmazione economica con la micro differenziazione, saper cogliere e valorizzare i punti di forza delle singole aree”.