GROSSETO – Zaino in spalla, l’essenziale con sé, desiderio di camminare non solo con i piedi, ma anche dentro se stessi. «Un’esperienza forte e al tempo stesso facile», definisce il Cammino di Santiago, don Pier Mosetti, insegnante di religione ai licei paritari Chelli (gestiti dalla omonima Fondazione della diocesi di Grosseto), che insieme a dieci studenti e ad altri due accompagnatori (il seminarista Samuele Montefalchesi e l’ex liceale Alessandro Di Murro) dal 2 al 15 settembre sperimenterà il Cammino, il pellegrinaggio a piedi verso il santuario di Santiago de Compostela, dove sono custodite le spoglie dell’apostolo Giacomo il maggiore, nella tomba scoperta nel IX secolo d.C.
I ragazzi partiranno il 2 agosto da Roma per Oviedo, da dove intraprenderanno il cammino primitivo, il più antico e uno dei più impegnativi perché attraversa le Asturie. Tra salite e discese i pellegrini cammineranno per circa 250 chilometri, da percorrere in dieci giorni. L’arrivo a Compostela è previsto per il 13 settembre: un giorno di sosta nel santuario, quindi il ritorno in Italia, dove ad attenderli ci saranno i compagni di liceo, che avranno appena iniziato il nuovo anno scolastico.
La giornata-tipo dei dieci giorni prevede la sveglia al mattino presto, una buona colazione e l’inizio del cammino con la lettura di un passo del Vangelo, che farà da tema per l’intera giornata. Alle 12 la preghiera dell’Angelus, quindi il Rosario, una o due ore di cammino silenzioso e la celebrazione della Messa quotidiana. La sera, dopo essersi rifocillati negli ostelli e nelle strutture per i pellegrini che troveranno lungo il percorso, spazio alla condivisione su ciò che ogni giornata avrà offerto come spunto di riflessione.
«Il Cammino – dice don Pier Mosetti – è un’esperienza educativa molto solida per un giovane. Offre la libertà che viene dal contatto con la natura e dall’essenzialità del poco di cui si può disporre, permette un contatto autentico e approfondito con se stessi ed è una grande scuola di adattamento e responsabilità. Ciascuno, infatti, dovrà essere responsabile del proprio corpo, delle proprie forze ed energie per usarle al meglio, di ciò che mangia e dovrà essere responsabile dei compagni di cammino, delle loro fatiche, dei passi incerti o più lenti, perché nessuno resti indietro. C’è, dunque, un aspetto spirituale, uno di responsabilità ed infine un aspetto di gratitudine per ciò che scaturisce dal cammino che viviamo».
Ai licei Chelli non è la prima volta che viene offerta questa proposta agli studenti, che ogni volta sono tornati entusiasti, motivati, cresciuti, fortificati. «Scuola – dice la preside Paola Biondo – per noi è anche questo. E’ didattica, è studio meticoloso, è approfondimento, ma è anche offrire ai ragazzi esperienze umanamente forti, che edifichino, che facciano sperimentare il valore di se stessi, del tempo, della relazione con gli altri, della scoperta. Siamo davvero felici di poter iniziare il nuovo anno scolastico anche attraverso l’esperienza del Cammino di Santiago».