SANTA FIORA – La torre aldobrandesca, le carceri ducali e il palazzo Pretorio, che rappresentano la parte orientale di Palazzo Sforza Cesarini, a Santa Fiora, sono al centro di un ambizioso progetto di restauro e valorizzazione, promosso dal Comune, nell’ambito di un accordo quadro con l’Università di Firenze.
In una sala del Popolo gremita, hanno illustrato ai cittadini il progetto e le interessanti opportunità dal punto di vista culturale e turistico, Luciano Luciani, consigliere comunale con delega alla Cultura; il professor di archeologia medievale dell’Università di Firenze Michele Nucciotti e il professor Fabio Candido dell’Università di Pisa.
Il palazzo di Santa Fiora è lo spazio ideale per ospitare il museo. E’ stato sede dell’autorità sovrana per oltre 5 secoli: dalla metà del Duecento all’inizio dell’Ottocento, come feudo granducale dal XVII secolo. Dal punto di vista archeologico e architettonico, di fatto, documenta ben 7 secoli di Governo compresi tra il 1200 e il 1800. Il palazzo ducale è la memoria visiva dei principali esponenti delle dinastie di Santa Fiora, da Ildebrandino VII a Francesco Sforza. L’ultima fase di utilizzo pubblico si colloca tra la soppressione napoleonica della contea nel 1809 e i nostri giorni.
“E’ palese il valore di questo complesso architettonico – afferma Federico Balocchi, sindaco di Santa Fiora – ecco perché ci siamo affidati ad uno staff di altissimo livello composto dai docenti universitari per la progettazione. Le potenzialità del progetto sono enormi dal punto di vista culturale, scientifico e turistico: non solo andiamo a valorizzare il grande passato di Santa Fiora, ma possiamo aspirare a diventare un centro di riferimento nazionale e internazionale per la ricerca storica. Un punto forte dell’offerta museale sarà il museo delle carceri, allestito negli ambienti che conservano ancora perfettamente i segni della vita carceraria, dalle catene ai graffiti sui muri. Sarà valorizzato l’orologio, inoltre, è prevista la sopraelevazione del tetto della torre per creare uno spazio fruibile, da cui i visitatori potranno ammirare un panorama mozzafiato”.
“Il Comune – aggiunge Luciano Luciani – è inoltre impegnato ad integrare i pezzi da collezione di proprietà comunale, che saranno ospitati al Museo e alla Pinacoteca, con l’acquisto di nuove pezzi e con il patrimonio proveniente dalle donazioni private. L’auspicio è di poter un giorno accogliere al Museo anche alcune preziose opere che nel 1991, per motivi di sicurezza, hanno lasciato la Chiesa di Sant’Agostino, a Santa Fiora, e sono state trasferite a Pitigliano, come la Madonna lignea con bambino policroma di Iacopo della Quercia e altri pezzi di valore”.
Il progetto presentato dall’Università, dovrà essere recepito con il regolamento urbanistico. Gli step successivi sono l’approvazione da parte della Soprintendenza e, con il supporto dell’università, la ricerca dei finanziamenti comunitari attraverso la partecipazione ai bandi europei.