FOLLONICA – «Ancora una volta la Maremma si ritrova a fare la conta dei danni in seguito a una calamità naturale che negli ultimi anni non ha risparmiato alcuna zona della provincia di Grosseto e che è costata alla nostra comunità un tributo pesante in termini di vite umane, attività produttive, infrastrutture viarie, abitazioni e ambiente. Stavolta è stato il fiume Ombrone a esondare, mettendo in serio pericolo l’abitato di Grosseto e devastando comunque gran parte della zona alle porte del capoluogo e alcune aree interne e rendendo impraticabili larghi tratti di costa per la presenza di cumuli di detriti». E’ il coordinatore provinciale di Forza Italia Sandro Marrini a intervenire sugli avvenimenti di ieri.
«Nessuna vittima, fortunatamente, ma troppe persone ancora una volta hanno perso tutto. Siamo loro vicini. Ma non basta. Perché l’ennesima alluvione ripropone con forza, come se ce ne fosse bisogno, il tema della prevenzione di queste catastrofi naturali. Contro i fenomeni atmosferici c’è poco da fare, però occorre comunque essere preparati di fronte all’imprevedibile. Ma siamo sicuri che non si poteva fare di più? – domanda Marrini – Possibile che in tutti questi anni non si sia riusciti a mettere in sicurezza il fiume Ombrone, nel grossetano e nel senese, almeno nei tratti più a rischio? Di sicuro per chi ci amministra, dalla Regione in giù, non è accettabile arrendersi di fronte ai mancati trasferimenti statali da impiegare per far fronte alle emergenze e ai lavori di messa in sicurezza».
«Per questo continueremo a tenere alta l’attenzione, come abbiamo sempre fatto, anche tramite il nostro rappresentante in consiglio regionale Stefano Mugnai. E non solo. Noi del coordinamento provinciale di Forza Italia vogliamo pensare anche a chi, almeno questa volta, è stato risparmiato dalla furia dell’acqua: ci riferiamo ai cittadini della zona sud, che purtroppo ricorderanno l’estate 2015 per la catastrofica moria di pesci nella laguna. Che cosa sarebbe successo se la furia dell’acqua si fosse scatenata, sempre per il maltempo, anche da quelle parti? Nella migliore delle ipotesi, un nuovo disastro naturale avrebbe significato dire addio all’ultima parte della stagione turistica. Per non parlare dei danni a persone o cose – conclude Marrini -. Per questo è finito il tempo delle inutili giustificazioni a posteriori, degli scaricabarile di responsabilità e degli innumerevoli progetti da realizzare chissà quando e chissà come. È il tempo delle contromisure efficaci. E questo è un dovere di chi ci amministra».