GROSSETO – L’escalation dei danni e delle aggressioni che continuano ad interessare gli allevamenti della Maremma tengono con il fiato sospeso gli allevatori. “Come Coldiretti abbiamo inteso istituire una apposita consulta composta da allevatori che rappresentano le varie porzioni del territorio – spiega Andrea Renna direttore di Coldiretti Grosseto che aggiunge – quanto sta accadendo è il risultato della incontrollata proliferazione degli animali selvatici come stiamo rimarcando da tempo. Urgono risposte e l’attenzione deve essere tenuta alta ne vale il presente ed il futuro di centinaia di famiglie”.
Di fronte al moltiplicarsi dei danni provocati oltre che da ibridi o da lupi anche da cinghiali, nutrie, corvi ed altri animali selvatici gli agricoltori della Coldiretti chiedono una riforma della disciplina che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio. E’ stato anche elaborato dalla Coldiretti un documento di base, consegnato lo scorso 10 luglio all’assessore regionale alle politiche agricole della Toscana, sul quale si è avviato un proficuo confronto con Legambiente, che costituisce una prima proposta da approfondire e che rappresenta l’avvio di un comune percorso di lavoro per arrivare ad una più efficace e ampia analisi degli interventi finalizzati ad organizzare forme di programmazione di lungo periodo. Nel breve, però da Firenze devo giungere risposte. Lo scorso 6 agosto Coldiretti a Grosseto ha raccolto oltre 600 firme che consegnerà in Regione tramite Coldiretti Toscana per dare seguito alle misure di contenimento con l’avvio delle catture e certezze per i danni pregressi riconosciuti come più volte garantito a livello politico.
Qualche giorno prima, allevatori e dirigenti di Coldiretti, avevano consegnato, in Prefettura a Grosseto, il documento rivendicativo su questi argomenti. “Purtroppo in alcuni casi recenti in Sicilia e in Abruzzo, a causa dei cinghiali, due persone hanno perso la vita- aggiunge Renna – la nostra consulta a giorni si riunirà per dare seguito a quanto già determinato e per chiedere fatti concreti da parte delle Istituzioni regionali. Devono arrivare risposte prima che davvero anche da noi si registrino fatti incresciosi con danni oltre che ad animali anche a persone”. Per i cinghiali in Italia numericamente quest’anno con molta probabilità si è superata il milione, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città. Fatti drammatici come l’incidente causato dallo schianto fatale tra un’auto e un cinghiale dell’aquilano dove ha perso la vita un 39enne, sono a testimoniare l’urgenza di dare seguito a misure diverse.
Negli ultimi dieci anni il numero dei cinghiali presenti in Italia e in Toscana e quindi anche in Maremma è praticamente raddoppiato poiché secondo l’Ispra sul territorio nazionale sarebbero stati presenti non meno di 600.000 cinghiali nel 2005 per passare a 900.000 nel 2010 ed ora nel 2015 sono oltre il milione secondo le stime della Coldiretti. Stesso discorso per gli ibridi. “La sicurezza nelle aree rurali e periurbane – sottolinea Renna – è in pericolo per il proliferare di animali selvatici che stanno invadendo campi coltivati e allevamenti rappresentando un grave pericolo per le cose e le persone. Gli animali selvatici distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali per un totale di danni stimato in quasi 100 milioni di euro nell’ultimo anno, senza contare i casi in cui ci sono state purtroppo anche vittime. Non è quindi piu’ solo una questione di risarcimenti (per questo sta lavorrando il nostro sportello legale) ma è diventato un fatto anche di sicurezza delle persone e della vita nelle campagne e nelle aree periferiche delle città. Per chi opera nelle aree montane e svantaggiate è a rischio la possibilità di poter proseguire l’attività agricola ma anche di circolare sulle strade o nelle vicinanze dei centri abitati. La misura è colma”.