GROSSETO – Cgil, Cisl e Uil seguono con profonda preoccupazione la vicenda dell’imminente dichiarata chiusura degli uffici postali che Poste italiane ha disposto per il territorio, e per questo scrivono ai sindaci maremmani per invitarli a partecipare alla manifestazione unitaria prevista per il prossimo 2 settembre in piazza Rosselli, davanti alla sede provinciale di Poste italiane.
«Siamo certi che “se si apre una falla nella diga” – scrivono ai 28 sindaci della provincia i segretari Claudio Renzetti (Cgil), Fabrizio Milani (Cisl) e Gianni Baiocco (Uil) – seguirebbero ancora ulteriori chiusure. Abbiamo sostenuto la protesta delle amministrazioni comunali coinvolte e dei territori perché consideriamo inaccettabile la scelta di Poste italiane spa di seguire logiche di mero profitto, che avrebbero come esito l’enorme penalizzazione di una provincia vasta e scarsamente abitata come la nostra. Consapevoli che le ripercussioni peggiori ci sarebbero per i soggetti più deboli, anziani in primis, oltre che naturalmente, per le negative ricadute occupazionali che ne deriverebbero».
Apprezzando le singole iniziative che vari sindaci hanno già preso, sia attraverso i nuovi ricorsi al Tar che affiancando la mobilitazione della popolazione, Cgil, Cisl e Uil si sentono «presi in giro da Poste italiane per la temporanea sospensione primaverile dei provvedimenti, alla quale doveva seguire una concertazione che nei fatti non c’è mai stata; almeno non relativamente al nostro territorio». Per questo – aggiungono -. Ci uniremo alla lotta al fianco delle popolazioni di Buriano, Punta Ala, Torniella e dovunque vi saranno iniziative, e congiuntamente ai comuni valuteremo l’opportunità di mettere in campo ogni forma democratica di contrapposizione, inclusa una class action».
Una rinnovata mobilitazione il cui avvio sarà formalizzato dalla grade manifestazione che Cgil, Cisl e Uil hanno previsto per mercoledì 2 settembre in piazza Rosselli a Grosseto, chiedendo ai sindaci «di partecipare con i gonfaloni dei loro Comuni, perché crediamo che la battaglia contro la chiusura dei piccoli uffici postali riguardi tutti quanti, aldilà dei confini amministrativi delle località indicate da Poste Italiane per il primo blocco di chiusure. Chiusura che andrebbe a incidere pesantemente sulla qualità della vita dei cittadini che vivono sul nostro territorio, ledendone i diritti costituzionalmente garantiti».
I tre segretari concludono con una promessa che per Poste italiane è una minaccia. «Siamo una comunità provinciale di piccole dimensioni in termini di residenti, e per questo riterremmo particolarmente rilevante la presenza istituzionale di tutti i sindaci della provincia, accompagnati dai rispettivi Gonfaloni; uniti solidalmente per sostenere una battaglia di civiltà che, a prescindere da cosa emergerà dalla sentenza, non terminerà il 3 settembre con il pronunciamento del Tar della Toscana».
Dieci le chiusure dei piccoli Uffici postali previste nella prima decade di settembre (Pereta, Santa Caterina, Selva, Montorgiali, Ravi, Torniella, Borgo Carige, Buriano, Monticello Amiata, Talamone). A cui si aggiungeranno dal primo novembre anche Punta Ala che in una prima fase doveva avere una “razionalizzazione”, e altri ventitré già pre individuati dall’azienda fin dal 2012, in un immediato futuro: Baccinello, Bagnore, Civitella Marittima, Poggio Murella, Sovana, Vallerona, Vetulonia, Gavorrano, Massa Marittima1, Santa Fiora, Saturnia, Arcille, Batignano, San Giovanni delle Contee, San Martino sul Fiora, Montenero, Sassofortino, Stribugliano, Montiano, Valpiana, Montieri, Vallerona, Roccalbegna.