SANTA FIORA – “Un legame profondo tra i Nasini e Santa Fiora che oggi viene sugellato da un regalo preziosissimo”. Queste le parole del sindaco Federico Balocchi al momento della consegna al Comune di Santa Fiora del dipinto di Francesco Nasini, datato 1667, che la famiglia del celebre artista amiatino ha voluto donare alla comunità, oggi, venerdì 14 agosto, nel corso di una cerimonia pubblica avvenuta nel Palazzo Comunale.
Un grande olio su tela, delle dimensioni 155 per 240 centimetri, raffigurante Sant’Antonio da Padova nell’atto di ricevere il bambino dalla Madonna, in cui i personaggi sono ben leggibili nelle loro forme dolci ed eleganti. L’opera è ancora provvista della sua cornice originale in legno intagliato e sarà ospitata a Palazzo Sforza Cesarini, sede comunale, prima che di essere destinata in via definitiva alla Pinacoteca comunale che sarà realizzata a seguito del restauro del Palazzo Pretorio.
“Siamo orgogliosi e commossi di ricevere un simile dono – commenta Balocchi – custodito fino ad oggi dalla famiglia che, con questo gesto, dimostra quanto intimamente ami la nostra comunità. Possiamo affermare il dipinto di Francesco Nasini rimane, comunque, ospitato nella stessa dimora che lo ha custodito finora: è solo un piccolo spostamento, da una stanza all’altra, ma sempre all’interno di questa accogliente casa che è Santa Fiora”.
“La decisione di donare il quadro di Sant’Antonio al Comune Santa Fiora – spiega la famiglia Nasini – è stata motivata dal desiderio di permettere a tutti di ammirare e apprezzare questa opera che, oltre al suo pregio artistico, ha da sempre rappresentato per nostra famiglia un grande valore affettivo. Siamo convinti con ciò di aver anche interpretato la volontà dei nostri genitori Ottavio e Nanda che erano particolarmente affezionati a Santa Fiora e alla sua comunità”.
Il quadro
Stralcio tratto dal libro di G. Nasini edito a Prato nel 1872
“Della vita e delle Opere del Cav. Giuseppe Nasini pittore del secolo XVII
Nella stessa terra di Santa Fiora nella casa dei fratelli Nasini trovasi un quadro grande in tela, di lodevole esecuzione, dov’è Maria Vergine in alto, e sopra a lei alcuni angeli che la incensano con i turiboli: in basso è S.Antonio da Padova col Gesù Bambino in collo, e davanti a lui un angelo che tiene stesa una pergamena, ove a carattere di stampa è scritto tutto il responsorio del Santo. In fondo a mano destra è scritto F.N.P. MDCLXVII
Stralcio perizia di Ciampolini
Il quadro è ben noto alla critica. Nel 1872 Giuseppe Nasini, ricordandolo nella “Terra di S.Fiora, nella casa dei fratelli Nasini”, vi lesse la siglaF.N.P., accompagnata dalla data 1667, e da allora l’opera è sempre ricordata in tutti gli scritti dedicati al pittore. L’iscrizione con la sigla e la data non è oggi leggibile, per quanto in basso a destra siano avvertibili lacerti di una scritta, ma l’attribuzione a Francesco Nasini non solleva alcunh dubbio e neppure la datazione al 1667. La tela infatti è perfettamente omogenea agli affreschi di Santa Maria in Villa a Seggiano, del 1667, e si pone come un’importante testimonianza del pittore, che in quel lasso di tempo passa dal linguaggio un po’ legnopso e carico di umori tardo manieristi del quinto e sesto decennio del Seicento a forme più fluide ispirate al cortonismo della pittura barocca.
L’artista: Francesco Nasini – Francesco, primogenito di Giacomo, nacque a Piancastagnaio probabilmente l’8 giugno 1611. Dopo una formazione svolta accanto al padre, nel 1640 eseguì i suoi primi lavori nel santuario della Madonna di S. Pietro a Piancastagnaio. Nello stesso anno datò e siglò gli affreschi nella chiesetta della Madonna delle Nevi a Santa Fiora. Tra il 1640 e il 1645 decorò con pitture murali e tele i locali del convento e della chiesa di S. Francesco ad Acquapendente, mentre al periodo compreso tra il 1647 e il 1664 si datano numerosi lavori che gli vengono attribuiti a Castel del Piano. Ad Abbadia San Salvatore, tra il 1650 e il 1660, decorò la chiesa della Madonna dei Remedi e, coadiuvato dal fratello Antonio Annibale, le pareti e le volte dell’abbazia di S. Salvatore. Stando alle opere che gli vengono attribuite a Siena, probabilmente lavorò in palazzo Pubblico, nel palazzo del Monte dei Paschi, in quello Chigi Saracini e nei Conservatori femminili riuniti. A lui pure si riferiscono la tela col Miracolo di s. Nicola nella chiesa dell’ex convento di S. Niccolò, gli affreschi nella chiesa di S. Girolamo e alcuni taccuini di disegni conservati presso la Biblioteca comunale degli Intronati. Morì a Castel del Piano il 27 gennaio 1695.