GROSSETO – Sull’accoglienza dei migranti Leonardo Marras scrive al sindaco di Monte Argentario Arturio Cerulli. Il capogruppo Pd in consiglio regionale ha preso carta e penna e ha deciso di inviare al primo cittadino del promontorio una lettera aperta per criticare la sua decisione di non accogliere migranti sul territorio dell’Argentario. Una presa di posizione forte che porta lo stesso Marras a «togliere la fiducia come come persona» a Arturo Cerulli.
Ecco la lettera di Marras:
“Quando il profeta Maometto fuggì dalla persecuzione alla Mecca cercò rifugio a Medina, dove fu accolto con ospitalità. La jijrah (migrazione) del Profeta simboleggia il movimento da terre di oppressione, e il trattamento ospitale incarna il modello islamico di protezione dei rifugiati.”
Caro Arturo, dopo aver letto del rifiuto all’accoglienza di profughi e migranti nel territorio del tuo comune durante il periodo estivo sono andato a rileggere alcuni testi, citazioni dai principi fondanti diverse fedi religiose (e tu sei sindaco e religioso). Ovunque il principio di accoglienza è un caposaldo. I musulmani come tutti i credenti credono nell’ospitalità come modello di relazioni umane.
Mi domando come e perché il sindaco di Monte Argentario Arturo Cerulli non riesca a coniugare questi principi anche nel governo della propria comunità. La richiesta di Prefettura e Regione prevede, poi, poche persone per Monte Argentario. E, allora, il tuo rifiuto è basato su fattori oggettivi o su un pregiudizio?
Sono principi economici quelli che prevalgono o una sudditanza (non richiesta) ad una classe di benestanti che frequentano Monte Argentario?
Ho ritrovato un altro testo di un sindaco (mi consenta Cerulli) più famoso di lui, Giorgio La Pira:
« Ebbene, signori Consiglieri, io ve lo dichiaro con fermezza fraterna ma decisa: voi avete nei miei confronti un solo diritto: quello di negarmi la fiducia!
Ma non avete il diritto di dirmi: signor Sindaco non si interessi delle creature senza lavoro (licenziati o disoccupati), senza casa (sfrattati), senza assistenza (vecchi, malati, bambini, ecc.). È il mio dovere fondamentale questo: dovere che non ammette discriminazioni e che mi deriva prima che dalla mia posizione di capo della città -e quindi capo della unica e solidale famiglia cittadina- dalla mia coscienza di cristiano: c’è qui in giuoco la sostanza stessa della grazia e dell’Evangelo! Se c’è uno che soffre io ho un dovere preciso: intervenire in tutti i modi con tutti gli accorgimenti che l’amore suggerisce e che la legge fornisce, perché quella sofferenza sia o diminuita o lenita. Altra norma di condotta per un Sindaco in genere e per un Sindaco cristiano in ispecie non c’è! »
Io non sono un consigliere comunale di Monte Argentario, non ho potere di veto nei confronti di un sindaco regolarmente eletto. Sono, però, cittadino di questo Paese e credo di avere diritto di richiamare un altro uomo ad “essere umano” o almeno a rileggere i principi della religione in cui crede. In caso contrario, gli tolgo la mia fiducia, come persona.
Caro Arturo la comunità che governi si arricchirà se saprà accogliere, se saprà ospitare non solo le persone facoltose, ma anche i più deboli. La tua scelta, il tuo rifiuto è una pietra che pesa e peserà.