GROSSETO – La novità è che il Partito democratico maremmano ritrova unità e compattezza sulla questione dell’inceneritore di Scarlino. Per la prima volta tutto il partito provinciale, ma anche i democratici di Follonica e Scarlino condividono un’unica posizione sull’impianto del Casone e sulla società Scarlino Energia.
Il prossimo 8 settembre ci sarà l’ultima conferenza dei servizi per le nuove eventuali autorizzazioni da concedere per la riapertura dell’impianto e a meno di un mese da quella data il Pd chiede nuove garanzie non solo a Scarlino Energia, ma anche alle altre aziende che operano nel polo industriale del Casone.
«Abbiamo approvato – dice il segretario provinciale Marco Simiani – un documento votato all’unanimità da tutto l’esecutivo del partito. Un documento in cui chiediamo con forza nuove garanzie nel caso vengano concesse le autorizzazioni necessarie. Se un’azienda rispetta le regole noi non abbiamo nulla dire, ma per quello impianto invece ci sono molte cose da dire. Ha avuto in dieci mesi 140 “fermate” e questo significa non può essere considerato un impianto che funziona».
Quello che chiede il Pd è «un monitoraggio unico dell’area del Casone», spiega la responsabile ambiente del Pd Patrizia Siveri. «Oltre alle normali prescrizioni di legge noi vogliamo qualcosa di più perché nella piana di Scarlino ormai non si può più derogare dal principio della coesistenza di tre fattori: industria, tutela ambientale e salute dei cittadini».
Nel documento viene ribadita anche la necessità di superare l’incenerimento come forma di smaltimento dei rifiuti e di puntare al 70% di raccolta differenziata nella nostra provincia.
«Ormai – aggiunge Simiani – non siamo più davanti alla scelta tra inceneritore sì o inceneritore no. Siamo anddati avanti su questo e siamo entrati nel merito della questione. Se è un impianto che risponde, anche in termini di miglioramento della sicurezza, a determinati requisiti va bene, altrimenti no».
Si tratta di una presa di posizione che potrà far leva anche sulla decisione della Regione (è l’ente che la competenza per le autorizzazioni); una sorta di “moral suasion” per ribadire che la politica deve fare di più.
L’obiettivo è quello di arrivare ad avere anche a livello regionale un’unica posizione. «Per la piana di Scarlino – dice ancora Simiani – ci possono essere anche altre opportunità. Lì l’industria attuale dà occupazione e questo è un valore, ma ci sono anche altre possibilità come ad esempio nel settore dell’industria leggera e delle nuove tecnologie o come ad esempio un polo logistico a servizio delle nuove opportunità del porto di Piombino».
Ecco il documento integrale approvato dal Pd: LINK