GROSSETO – E’ ancora polemica in merito alla disputa sull’elezione del presidente della Camera di commercio di Grosseto, con i vicepresidenti di Confartigianato, Michela Hublitz e Mauro Squarcia che rispondono alle esternazioni del primo cittadino Emilio Bonifazi: «Restiamo letteralmente allibiti dall’uscita del sindaco che, invece di occuparsi dei gravi problemi della nostra città, rilascia dichiarazioni molto serie in cui dice e non dice in merito alla Camera di commercio e alle associazioni di categoria – affermano -. Noi abbiamo la fortuna e l’onore di essere consiglieri camerali e vice presidenti di Giovanni Lamioni in Confartigianato e riteniamo che in entrambe le situazioni possiamo dire di sentirci orgogliosi di quello che è stato senza che nessuno abbia strumentalizzato il proprio ruolo, anzi siamo onorati di essere stati i consiglieri camerali durante la presidenza di Lamioni che, lo ricordiamo, è stato l’unico a essere stato eletto per due volte per acclamazione, fatto mai successo a Grosseto, ed è stato l’unico a portare la nostra città alla vice presidenza nazionale di Unioncamere, anche questo mai accaduto prima».
«Ma il grande attestato di merito che riconosciamo a Lamioni è stato quello che, senza alcun obbligo ma per propria scelta di responsabilità, dopo la sua corsa alla competizione regionale, ha ritenuto prima di sospendersi, e con questo si è sospeso da tutti i benefit anche quelli economici, e poi di dimettersi perché ha sempre detto che l’ente camerale deve essere super partes – proseguono -. Ci consenta, sindaco, in un Paese come l’Italia in cui le dimissioni e l’abbandono delle poltrone sono merce rarissima, di considerare questo come segnale di buona politica».
«Per quanto riguarda le associazioni di categoria, qui il discorso diventa datato perché è ormai da anni che le massime espressioni di tante associazioni di categoria vanno poi a ricoprire ruoli politici grazie al sostegno e al patrocinio delle associazioni stesse, nei consigli comunali, segreterie di partito, partecipate pubbliche, nell’amministrazione provinciale, nei consigli provinciali e regionali, ma stranamente questa situazione che può essere anche vista come un normale passaggio di espressioni dal mondo del lavoro alla politica non era mai stato messo in evidenza – aggiungono da Confartigianato -. Perché proprio oggi? Non varrà solo per alcune associazioni e non per tutte? Noi alla Confartigianato il rapporto con la politica lo abbiamo affrontato alla luce del sole quando il nostro presidente ha coinvolto l’ufficio di presidenza prima e il consiglio direttivo dopo, organo legittimamente deputato a rappresentare gli associati, per interrogarsi sulla linea da tenere e come associazione e personalmente come presidente in merito a possibili scenari futuri».
«Il nostro consiglio direttivo pressoché all’unanimità ha condiviso la strategia e la linea del suo presidente. Tutto molto semplice, tutto nel rispetto delle regole e degli organi come quando lei, caro sindaco, si attiene alle volontà del suo consiglio comunale. Per tutto questo ci vengono due ipotesi: la prima è la più maliziosa e sicuramente ci sbaglieremo ma, sindaco, questa sua presa di posizione non è casuale il giorno prima del rinnovo dell’ente camerale e se ci sbagliamo il nostro sindaco non ce ne vorrà; la seconda è che, per parlare di associazioni di rappresentanza, bisogna conoscere il lavoro e le imprese e in assenza di queste conoscenze, diventa difficile padroneggiare le regole delle suddette strutture – concludono -. Infatti, caro sindaco, di disdicevole in questo Paese, per quanto ci riguarda da imprenditori e da dirigenti artigiani impegnati, è sempre di più la valorizzazione di una classe politica che dimestichezza con il lavoro ne ha davvero poca».