GROSSETO – E’ stato notificato questa mattina il ricorso al TAR contro la decadenza delle oltre 160 graduatorie concorsuali Estav (ora Estar Ente di supporto tecnico-amministrativo regionale) per le assunzioni di personale a tempo determinato e indeterminato.
I ricorrenti, difesi dall’avvocato Alessandro Antichi di Grosseto, sono una trentina di giovani concorrenti che, in seguito alla partecipazione a procedure concorsuali pubbliche indette e tenute dalle Estav, sono risultati idonei e quindi collocati utilmente in una o più delle graduatorie concorsuali dichiarate decadute.
Due, in sostanza, i motivi del ricorso secondo quanto sottolineato dallo studio legale:
«Violazione di legge. Con una serie di norme contenute nelle leggi finanziarie e di stabilità, il legislatore ha prorogato l’efficacia delle graduatorie dei concorsi pubblici per assunzioni a tempo indeterminato; da ultimo le graduatorie vigenti all’1 settembre 2013 sono state prorogate al 31 dicembre 2016. L’ultima proroga, contenuta nel Jobs Act, non solo consolida la preferenza per lo scorrimento della graduatoria rispetto all’indizione di un nuovo concorso, nell’ottica del contenimento della spesa pubblica, ma è utilizzata dal Legislatore come specifico strumento per la lotta al precariato nella pubblica amministrazione». Si legge nella nota dell’avvocato.
«Il provvedimento del DG di Estar non è dunque fondato sulla legge, ma su un discutibile indirizzo interpretativo – prosegue Antichi -: il Jobs Act impone alle pubbliche amministrazioni di “sottoscrivere contratti a tempo determinato con i vincitori e gli idonei delle proprie graduatorie vigenti per i concorsi pubblici a tempo indeterminato», proprio al fine di «prevenire fenomeni di precariato”».
«L’Estar, e prima le Estav, hanno da sempre utilizzato il sistema di scorrimento delle graduatorie, anche prorogate, “in considerazione della imprescindibile necessità del servizio da parte delle Aziende”. La dichiarazione di decadenza delle graduatorie concorsuali rappresenta il frutto di un ripensamento che si pone in aperta contraddizione con il comportamento e con gli atti sino ad oggi tenuti ed emanati».
«Lo scorrimento delle graduatorie, nonostante la scadenza del termine triennale di originaria validità, era stato attuato nel convincimento della loro validità ed efficacia, in forza dei provvedimenti normativi di proroga succedutisi nel tempo. Prima del repentino ripensamento del luglio 2015, nessun ente del servizio sanitario regionale aveva seriamente dubitato della vigenza delle graduatorie oltre il termine triennale; anzi, si era ritenuto il contrario, ovvero che ne fosse doverosa l’utilizzazione. La deliberazione impugnata si pone dunque, esplicitamente, in contraddizione con la prassi sino ad allora seguita La politica – di entrambi i fronti – si è mossa e si sono mossi i sindacati, che hanno chiesto la revoca della deliberazione dell’Estar “che lede i diritti dei lavoratori”, sinora senza risultati. Ove non intervenga un ripensamento da parte di Estar, da più parti richiesto e auspicato, le speranze e le aspettative dei ricorrenti – conclude Antichi – sono dunque affidate alla Giustizia amministrativa».