GROSSETO – «Le imprese non votano, si sa. E allora che fare? Si continua a gravare su di loro». Lo afferma Giovanni Lamioni, presidente di Confartigianato che prosegue «Il presidente del consiglio Matteo Renzi annuncia di voler togliere le imposte sulla prima casa: nessuno può criticare tale proposito, la riduzione della pressione fiscale va supportata, sempre. Ma non possiamo, presi dall’entusiasmo, dimenticarci che le tasse sulla casa prima dell’introduzione della Tasi (Tassa sui servizi indivisibili) già non c’erano più».
«L’Irpef relativa alle imposte sulla rendita catastale della casa di abitazione è compensata esattamente da una corrispondente deduzione e l’Imu sulle prime abitazioni (sempre che non siano di lusso) non è più dovuta – continua la nota di Confartigianato -. L’abolizione delle tasse sul primo alloggio si riduce all’abolizione dell’Imu e della Tasi sulle abitazioni di grandi dimensioni. Ma che cosa verrà compreso nella Local Tax? Solo la Tares, la tassa sui rifiuti? Oppure dentro verrà inserita una imposta forfetaria con cui riprendersi quello che si era prima tolto?».
«Preme ricordare che la medaglia d’oro per l’incremento sulla tassazione degli immobili è stata vinta da quelli strumentali delle aziende che, nel corso degli ultimi anni, ha raggiunto aumenti percentuali a dir poco vertiginosi e nello stesso tempo vergognosi se si pensa al loro utilizzo prettamente riconducibile all’attività di impresa. E i Comuni come se la caveranno senza entrate – si chiede Lamioni -? Bene togliere l’Imu agricola e quella sull’imbullonati cioè su macchinari e strumenti che potrebbero far cambiare la rendita catastale per la loro ampiezza. Ma non c’era bisogno di grandi annunci per la loro eliminazione, era sin da subito chiaro che fossero dei salassi senza senso».
«Ma se si tolgono risorse ai Comuni questi da dove potranno prendere le risorse per andare avanti? Presto detto, dalle aziende. Non si fa cenno alcuno alle imposte rivolte agli immobili delle imprese, non si sa più nulla dell’aumento dell’Iva: ci aspettavamo che la questione fiscale fosse inquadrata nella tanto attesa legge delega, che non vorremmo fosse un carciofo, una foglia alla volta, così da rendere difficile una visione d’insieme. Non crediamo insomma che ci sia spazio per stare allegri – conclude il presidente di Confartigianato -. Il limone da spremere è sempre lo stesso: l’impresa».