Torna l’appuntamento con la rubrica de IlGiunco.net “Hello Web, la comunicazione al tempo di internet”
a cura di Marco Gasparri
GROSSETO – Negli scorsi giorni alla Camera dei Deputati è stata presentata la “Carta dei diritti” di Internet frutto della Commissione presieduta dal Professore Emerito Stefano Rodotà.
L’iniziativa, voluta dalla Presidente della Camera Laura Boldrini, ha come obiettivo quello di indicare al Parlamento e al Governo la strada da seguire per definire una posizione italiana sulla la governance della rete in merito ai temi della privacy, della sicurezza, dei diritti esercitati in rete e grazie alla rete.
Ma perché una Costituzione per Internet? La presidente Boldrini lo spiega così: “L’idea di costituire una Commissione di studio nasce dalla consapevolezza che considerare Internet uno dei vari media è riduttivo e improprio. Internet è molto di più: è una dimensione essenziale per il presente e il futuro delle nostre società; una dimensione diventata in poco tempo un immenso spazio di libertà, di crescita, di scambio e di conoscenza”
Queste parole potrebbero risuonare del tutto inutili se non ci sforzassimo di comprendere che, allo stato attuale, la rete implica numerosi rischi come quello dell’esclusione di larghe fasce di popolazione dal suo utilizzo, il possibile controllo delle sue
comunicazioni da parte di soggetti non autorizzati, attacchi, sabotaggi, sovraccarico e malfunzionamenti, l’osbolescenza delle tecnologie e dei protocolli che la fanno funzionare.
In una parola, il “rischio reale” di Internet è la totale assenza di una governance della rete stessa in grado di affrontare questi problemi.
La Carta è rivolta ai legislatori che in essa dovranno trovare ispirazione per legiferare sui mille aspetti che la rete implica, ma è pensata soprattutto per i cittadini affinché possano prendere coscienza dei loro diritti.
In un Paese che, secondo una recente indagine Demopolis, vede ancora oltre 15 milioni di persone totalmente escluse dal Web, appare fondamentale quello che recita l’articolo 2 che definisce l’accesso ad Internet come “diritto fondamentale della persona e condizione
per il suo pieno sviluppo individuale e sociale” e che impegna anche le istituzioni pubbliche a garantire “i necessari interventi per il superamento di ogni forma di divario digitale tra cui quelli determinati dal genere, dalle condizioni economiche oltre che da situazioni di vulnerabilità personale e disabilità”.
Il lavoro della Commissione ha sancito anche altri diritti fondamentali oltre all’accesso, ovvero quello all’oblio, alla conoscenza condivisa, all’autodeterminazione informativa, all’inviolabilità dei sistemi e dei dispositivi informatici, a un rapporto corretto e trasparente tra le persone e piattaforme quali i social network, etc…
La Carta è nata grazie ad un notevole processo di inclusione in cui sono stati coinvolti tutti gli stakeholder: enti, istituzioni, imprese, associazioni e cittadini. Una intensa fase di partecipazione che ha visto espresse circa 600 opinioni critiche e informate sulla Carta nonché registrati circa 15mila accessi alla piattaforma di consultazione predisposta.
Il risultato è un documento suddiviso in 14 punti, che ora verrà sottoposto al governo, affinché ne promuova i principi in tutte le sedi nazionali e internazionali, a partire dall’Internet Governance Forum in Brasile, dove la Carta verrà presentata. Secondo Rodotà, la Dichiarazione «è uno strumento utile per costruire la cittadinanza ai tempi di Internet, perché senza diritti non c’è cittadinanza e senza cittadinanza riconosciuta non c’è democrazia».
Marco Gasparri è Direttore di Studio Kalimero, agenzia di comunicazione e marketing. Si occupa da sempre di innovazione e di divulgazione di nuovi media e tecnologie.