GAVORRANO – L’affarista Calibano, il migrante che ha fatto i soldi curando le anime del suo cimitero torna questa volta nel suggestivo scenario della miniera Ravi Marchi. Dopo gli esterni scespiriani, messi in scena lo scorso anno, con la compagnia residente Kazenmacher, si torna nel cimitero delle anime che non muoiono, e che anzi, si portano dietro, come in vita, tutti i conflitti, tutte le recriminazioni, tutte quelle vite amare, aspre, dolci, passionali con tutti i sentimenti che le hanno caratterizzate e accompagnate quando erano vive.
Questa volta, accanto alle figure scespiriane, troveremo fantasmi e suggestioni pasoliniane. Accattone e Iago invecchiati e ulteriormente incattiviti. La tragedia è trascorsa. La vita riprende la sua pulsione obbligata.
Calibano, il dirigente responsabile, interpretato da Alfonso Sant’Agata, è totalmente preso dalla sua avventura di novello imprenditore. Non è solo gestore di cimiteri, ma anche edificatore e restauratore di camposanti, avendone cura e profondo rispetto. Vita e lavoro sono tutt’uno e le sue capacità sono contese e ricercate.
Il nostro tempo vede il sacro tendere a scomparire. Gli uomini disprezzano non solo la vita, ma anche la morte e le sue vittime. Un gesto perentorio di compassione e pìetas ne ribalterà l’esito finale.
La rappresentazione, itinerante, sarà messa inscena a Ravi Marchi nei giorni 6,7 e 8 agosto. Per assistere è necessaria la prenotazione.
Euro 5,00
Prenotazione obbligatoria al 347-0840413 (Monica)
Per informazioni: www.teatrodellerocce.it