ROCCASTRADA – Giuseppe Casucci è il primo roccastradino a cui viene eretto un monumento all’estero. Casucci è un pittore che agli inizi del secolo scorso emigrò in Argentina, a Mendoza dove fondò l’Accademia delle Belle Arti.
Ed è proprio nella città andina sotto l’Aconcagua e al confine con il Cile che la Regione Toscana, l’associazione toscani nel Mondo e la comunità di Roccastrada il primo agosto ha inaugurato uno storico monumento che ricorda il capostipite di una grande famiglia allargata come oggi è quella dei Casucci argentini che occupa ormai un ruolo molto importante nella vita economica e culturale sudamericani.
L’iniziativa prese le mosse da una ricerca storica dell’associazione Roccastradini nel Mondo, Leonardo Marras, allora sindaco di Roccastrada, prese carta e penna e scrisse al sindaco di Mendoza per proporre un riconoscimento a Casucci.
Il monumento si trova in un parco pubblico lungo una strada pedonale di grande traffico fra due grossi quartieri di Godoy Cruz dove ha vissuto l’artista roccastradino.
Ideato dalla stessa famiglia Casucci da una idea della nipote Carina e bisnipote Agustina Casucci Quiros ambedue architette, rappresenta una grande e aperta cornice-quadro su pareti rocciose attraverso la quale, chiunque passa, può vedere quel paesaggio così variabile che il pittore ha spesso descritto nei suoi dipinti.
Marras allora sindaco ed oggi consigliere regionale ha inviato una lettera in rappresentanza della Regione: ”Casucci non è solo un emigrante ma un uomo che ha scelto due terre. Andare lontano per lui non era solo una sfida per vivere meglio, ma anche un modo per misurarsi col mondo”.
Il sindaco di Roccastrada Francesco Limatola ha ricordato che negli archivi comunali risultano commissioni artistiche affidate a Giuseppe Casucci dal comune già nei primi anni dello scorso secolo e ricorda come la figura di Giuseppe, nell’attuale contesto di migrazioni, divenga anche un simbolo, quello della possibilità di integrazione.
“La doppia migrazione di Casucci quella del 1910 e quella del 1931 – aggiunge Giorgio Martellucci dell’associazione roccastradini nel Mondo – disegna le due facce del grande roccastradino. Mentre la sua prima migrazione del 1910 è spinta dal desiderio di avventura, la seconda, quella del 1931, memore della prima guerra in cui incappò al suo primo rientro in Italia, è dettata dalla maturità e dalla saggezza con il rifiuto delle coscrizioni del fascismo che hanno fatto scampare, alla sua numerosa famiglia, gli orrori della seconda guerra.”
Alla cerimonia hanno partecipato oltre ai familiari e discendenti di Casucci, le autorità argentine del Comune di Mendoza-Godoy Cruz e le rappresentanze della associazioni Toscani nel Mondo argentine.