FIRENZE -“Senza zaino”: si chiama così la scuola che non solo alleggerisce lo studente del carico di libri, penne e matite, mettendo i materiali a disposizione di tutti, ma che diventa una comunità accogliente, capace di stimolare la creatività e l’autonomia del bambino. “Scuola senza zaino” è il nome di un percorso didattico innovativo che è nato in Toscana e sul quale la Regione crede e investe al punto che si è prefissata l’obiettivo di raddoppiare le scuole primarie che utilizzano questo metodo:
“Cento scuole senza zaino” è infatti il titolo della delibera approvata dalla giunta regionale nella sua ultima seduta con cui si stanzia un finanziamento di 50mila euro ogni anno per promuovere e sostenere l’incremento delle scuole primarie coinvolte (attualmente sono 54, cui si aggiungono 48 scuole dell’infanzia, e 7 istituti secondari). I fondi serviranno a favorire percorsi di formazione per i docenti delle scuole interessate, a modernizzare le strutture di supporto didattico (le cosiddette fabbriche degli strumenti dove vengono costruiti e inventati i materiali da utilizzare in aula), a realizzare video e pubblicazioni per trasmettere e promuovere questa esperienza.
“Quella della scuola “Senza zaino” è una proposta educativa che riteniamo valida, stimolante, attuale” evidenzia l’assessore regionale a istruzione e formazione Cristina Grieco. “E lo è – aggiunge – sia sotto il profilo del metodo didattico ma anche per i valori che mette al centro: le tre parole chiave del metodo, responsabilità, comunità e ospitalità sono fondamentali per gli studenti di oggi, cittadini di domani. Sosteniamo perciò con convinzione questo percorso che, dalla Toscana, sta allargando la sua rete a tutto il Paese”.
La scuola “senza zaino” si chiama così perchè i suoi studenti possono davvero evitare di caricarsi pesanti fardelli: gli studenti delle scuole sono dotati di una cartellina leggera per i compiti a casa, mentre le aule e i vari ambienti vengono arredati con mobilio funzionale e dotati di una grande varietà di strumenti didattici sia tattili che digitali.
Ma la scuola senza zaino ha molti altri aspetti innovativi: innanzitutto viene meno la logica della lezione frontale e si predilige un insegnamento diversificato, a gruppi: per questo gli spazi sono suddivisi in aree di lavoro. Gli alunni delle scuole senza zaino sono fortemente coinvolti nell’attività: vengono informati e stimolati a prendere decisioni anche sulle attività didattiche, nonché invitati a organizzare seminari e conferenze per presentare e mostrare i contenuti, i saperi e le competenze acquisite; inoltre vengono fortemente stimolati all’autonomia.
L’insegnante, da parte sua, svolge una pluralità di ruoli: organizza l’ambiente, spiega, mostra e fa vedere “come si fa” (modello dell’artigiano), affianca come un allenatore, offre strutture e sostegni, sa infine “abbandonare il campo” in modo che gli alunni imparino a fare da soli; l’insegnamento è solo in parte trasmissivo, poiché si mette l’accento in modo speciale sul fatto che l’alunno deve saper scoprire e impossessarsi delle conoscenze, porsi domande, saper ricercare, in una parola essere responsabile delle costruzione del sapere. Le scuole senza zaino sono presenti oggi in quasi tutte le province toscane e collegate in rete: capofila del progetto e riferimento della rete nazionale è l’istituto comprensivo “G.Mariti” di Fauglia (Pi).