di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
GROSSETO – «E’ una Toscana che viaggia a due velocità». Con questa frase Claudio Renzetti, segretario provinciale Cgil, sintetizza quanto emerso dal rapporto Ires sulla provincia maremmana, presentato all’interno del direttivo provinciale, al quale ha partecipato anche il consigliere regionale Leonardo Marras. Il problema è che per quanto riguarda Grosseto, la velocità assunta è tra le più lente. «Da un lato abbiamo zone della Toscana che dal punto di vista economico possono essere paragonate alle land tedesche, dall’altra aree, come quella che ci riguarda direttamente, in profonda difficoltà».
Renzetti snocciola poi dati concreti: «Sul lavoro, in provincia di Grosseto, abbiamo contratti a tempo indeterminato che si attestano 10 punti sotto la media regionale. Viceversa la concentrazione di lavoratori atipici va 10 punti sopra il livello medio. In Maremma si stanno verificando le peggiori condizioni di lavoro rispetto a tutte le altre parti della Toscana. Qua troviamo una caduta profonda del reddito medio lavorativo, ciò significa che mediamente il lavoratore è pagato di meno rispetto ad altre parti della Toscana. C’è poi il dato correlato degli incidenti sul lavoro, con la provincia di Grosseto che in questo caso è seconda sola a quella di Benevento».
Ma sono anche altri i numeri che interessano la Maremma: «In un anno la disoccupazione diminuisce dell’1%, si raggiunge il minimo storico delle persone complessivamente occupate a qualche titolo (92.000), aumentano i licenziamenti collettivi, mentre la crescita delle assunzioni a tempo indeterminato nonostante gl’incentivi rimane esigua, e va depurata da tutti i lavoratori che, ad esempio, hanno effettuato un semplice cambio di appalto, vedendo peggiorata la loro condizione – aggiunge Renzetti -. Oppure dagli stagionali che per una furbata tutta italica sono stati assunti a tempo indeterminato a tutele crescenti per provare a prendere l’incentivo statale ma verranno licenziati come sempre a fine stagione. A questo si aggiunge il boom dei vaucher in agricoltura, commercio e turismo, ma anche nei servizi, con tutto quello che ne conseguirà: nessuna disoccupazione e ulteriore impoverimento».
Per cercare di dare una svolta, la Cgil aprirà una “campagna di autunno”: «Mobilitazione massiccia contro la chiusura dei piccoli uffici postali. Il filo conduttore sarà la difesa del lavoro e del potere d’acquisto di lavoratori, disoccupati e pensionati – conclude Renzetti -. Ci occuperemo di infrastrutture, contratto d’area sull’agroindustria, realizzazione del Centro nazionale per gli Etruschi e conferenza sull’area industriale del Casone, ma anche di sanità, acqua e ciclo dei rifiuti, fino a rilanciare la contrattazione sociale per tutelare le fasce più deboli della popolazione rispetto a servii sociali, tassazione locale e livello delle tariffe. Lo abbiamo detto più volte, riferendoci anche alla politica: non c’è più tempo da perdere. Noi da settembre inizieremo un’ulteriore fase di mobilitazione, confronto e proposta, cercando sempre la sintesi unitaria con Cisl e Uil, convinti del fatto che l’unione fa la forza e che la condivisione d’intenti non possa che fare l’interesse del territorio».