GROSSETO – Cala il sipario sul Premio Monicelli nell’anno del centenario del grande regista toscano. Non poteva esserci occasione migliore del Libero Pensiero per concludere il percorso culturale che da marzo Fondazione Grosseto Cultura ha messo in piedi. Dall’omaggio al cinema con Carlo Verdone, alle Webseries, passando per il murale di Zed1, il festival DiVino Commedia e, appunto, il Libero Pensiero. Sul palco del Cassero Senese è salita Emma Bonino, alla quale è stato consegnato il riconoscimento: «Sono emozionata, vi sento, ma non vi vedo, perché sono stata operata alla cataratta, ho preso anche il microfono al contrario – ironizza -. Per me è un onore, ma anche una grande gioia essere qui». Emma Bonino parla con naturalezza della malattia contro la quale sta lottando. E’ solo una delle tante battaglie affrontate in un percorso di vita ricco di spunti. “Per la biografia anticonformista, la capacità di cambiamento dell’esistente, per l’amore della libertà e della ribellione, per aver sempre conservato, anche nei momenti più duri, dignità e ironia, per non aver mai smesso di cercare la leggerezza senza rinunciare al più grande senso del dovere”, si legge nelle motivazioni del riconoscimento.
Intanto, sul palco, Sabrina Impacciatore legge un testo che ripercorre la vita di Emma Bonino, al resto pensano i video proiettati sullo schermo: parole, musica, immagini che ricordano le battaglie per i diritti civili e umanitari, al fianco delle donne e dei popoli maltrattati, nell’affermazione della libertà dell’individuo e del rispetto reciproco. «Non tornerei indietro, all’età dell’oro – spiega Emma Bonino -, ovvero agli anni ’60, perché anche se non ce ne accorgiamo, oggi il Paese è cambiato molto». E il merito, indubbiamente, va attribuito anche alle lotte portate avanti nei decenni da persone come Emma Bonino. Il dibattito con la giornalista Sabina Ambrogi e il curatore del Premio Monicelli Mario Sesti, introduce alla consegna del riconoscimento: un’opera di Debora Malis, raffigurante la Dama del Corteo, personaggio tratto dal film L’armata Brancaleone di Mario Monicelli.
«Sono felice che questo riconoscimento vada ad Emma Bonino – dice Chiara Rapaccini, compagna di Mario Monicelli -, una donna libera e coraggiosa che non si è mai arresa davanti agli ostacoli. Una donna che ha sempre combattuto per i diritti civili, per i diritti di tutti». La chiusura della terza edizione del Premio Monicelli, spetta poi a Loriano Valentini, presidente di Fondazione Grosseto Cultura: «Tocca a me far calare il sipario su questo percorso culturale partito a marzo. Lo faccio con sollievo perché tutto è andato per il verso giusto, ma anche con un po’ di dispiacere perché si chiude un percorso composto da tante iniziative. A volte siamo saliti sulle montagne russe, ma siamo anche scesi con leggerezza. Attraverso il confronto, anche quello più aspro, si arriva ad una maggiore unità, una maggiore condivisione, e ci si migliora. Già dai prossimi mesi saremo all’opera per la quarta edizione del Premio Monicelli».