ISOLA DEL GIGLIO – Al giro di boa della metà circa dei lavori di bonifica effettuati da parte del consorzio Micoperi, l’Osservatorio di controllo sulle attività di ripristino dei fondali dove giaceva la Concordia, di fronte al porto, ha indetto per oggi un’assemblea pubblica, d’intesa con il sindaco del Giglio Sergio Ortelli e con Costa. L’obiettivo era di presentare alla popolazione isolana un quadro chiaro e aggiornato sull’andamento delle opere nel pieno di una stagione turistica che in luglio sembra indirizzata, secondo il Comune, verso una lieve ripresa delle presenze.
“Il monitoraggio costante delle operazioni da parte pubblica e privata è sempre stato effettuato a partire dall’avvio del cantiere, perché di area di cantiere si parla, con le dovute limitazioni di utilizzo per evitare ogni rischio a cittadini e lavoratori; ed è stato condotto da soggetti di prestigio come Ispra, Arpat e Università di Roma – ha sostenuto la presidente dell’Osservatorio Maria Sargentini – Ma l’autentica valutazione sarà effettuata a fine lavoro, e comporterà una certificazione secondo tutti i protocolli indicati e previsti dal capitolato di intervento”.
Il rappresentante di Micoperi ha illustrato lo stato dei lavori in corso sui pali delle piattaforme di acciaio dove appoggiava il relitto della nave, che vanno rimosse secondo quanto previsto dalla originaria Conferenza dei servizi; quelli delle tre più piccole sono, in larga maggioranza, già stati tagliati dopo aver rimosso i piani di supporto. Poi toccherà alle altre tre più grosse e impegnative. Completamente eliminati i mitili non nativi. portati da imbarcazioni che lavoravano al cantiere della Concordia.
Per quanto riguarda i sacchi di malta cementizia che formavano il “cuscino” del falso fondale su cui fu fatto ruotare il relitto, sono stati rimossi la maggior parte di quelli rimasti integri, pari a 19mila tonnellate delle 24mila stimate, ovvero circa i due terzi.
La fase successiva riguarderà la pulizia di quelli rotti, con le tecniche più appropriate per evitare qualsiasi contaminazione. In sostanza, risultano ad oggi bonificati al cento per cento dai residui sul fondo, circa di 18mila metri quadri di fondale, quello più vicino alla costa.
In conclusione, l’Osservatorio ha verificato il fatto che i lavori si stanno svolgendo secondo il calendario previsto, condotti in modo tale da garantire il livello più basso possibile di disagi alla popolazione; soprattutto nell’abbattimento del rumore di cantiere e di garanzia delle acque, grazie all’ampio uso di barriere antitorbidità derivante dai residui di contenuto dei sacchi. Il risultato, certificato stamani da Arpat, è una trasparenza delle acque senza confronti, ai più alti livelli del mare toscano.