di Piero Simonetti
GAVORRANO – Hanno ormai 80 anni d’età le quattro campane poste sul campanile della chiesa arcipretale San Giuliano martire di Gavorrano. Furono infatti inaugurate il 26 maggio del 1935, interamente pagate dal Comune dell’epoca guidato dal Podestà Angelo Maestrini. E fu una grande e sontuosa festa per l’intero paese di Gavorrano e per l’intero comprensorio.
Le quattro campane pesano complessivamente quasi due tonnellate, 1.800 chili per la precisione. La più grande pesa 680 kg con tono musicale in FA ed è dedicata alla memoria di tutti i caduti in guerra e sul lavoro, localmente chiamata appunto “Il Caduto”.
Poi c’è la seconda campana, detta “Il Redentore” in memoria dell’Anno Santo 1933, del peso di 485 kg e con nota musicale in SOL. La terza campana pesa invece 340 kg, possiede la nota musicale LA ed è dedicata alla Madonna in ricordo del ritorno a Gavorrano della statua della Madonna del Carmine. La quarta campana è la più piccola e viene appunto chiamata “la campanella”, del peso di 295 kg con tono musicale in Si-bemolle.
Le quattro campane vennero fuse dalla prestigiosa ditta Bastanzetti di Arezzo nel 1935 e hanno squillato sonoramente e quotidianamente per otto decenni, suonate a mano con il tiro della fune fino agli anni 80 da varie generazioni di gavorranesi (compreso chi scrive). E fu allora che, per volontà del parroco di quel tempo mons. Leonardo Rossi, vennero rese autonome con un impianto di elettrificazione adeguato.
Sono le campane che hanno fatto la storia recente e non troppo lontana di questa comunità. Hanno suonato a distesa per le ricorrenze festose, hanno suonato a lutto per coloro che ci hanno lasciato. Ed hanno anche accompagnato per mezzo secolo i tanti, troppi cortei funebri dei minatori morti nelle gallerie della locale miniera.