GROSSETO – “Ogni volta ci illudiamo che le nostre siano impressioni sbagliate, troppo avventate, invece dobbiamo prendere atto che le problematiche legate all’agricoltura interessano solo nell’ultimo mese di campagna elettorale”. È durissimo il giudizio espresso da Enrico Rabazzi, presidente provinciale Cia.
“Per il resto dell’anno – prosegue – le questioni che affliggono il settore primario evidentemente non hanno alcun valore. Sono anni, oramai, che sollecitiamo interventi adeguati per far fronte ai danni provocati dalla fauna selvatica, anni durante i quali abbiamo organizzato incontri, dibattiti, convegni e tavole rotonde. Di questa minaccia all’agricoltura abbiamo riferito, dati alla mano, ai vertici regionali e a quelli ministeriali, al Governo e ai rappresentanti della Camera, purtroppo senza risultati accettabili”.
“La presenza di specie alloctone e invasive, ungulati e predatori – precisa Rabazzi – rappresenta sicuramente la più umiliante tra le criticità con la quale dobbiamo convivere, e questo perché basterebbe mettere in atto alcune delle promesse ventilate per arginare il problema ed evitare che le aziende agricole, già in ginocchio a causa delle congiuntura negativa, sostengano spese e subiscano danni non risarciti. Invece ancora una volta si è preferito far pendere la bilancia, di volta in volta, dalla parte dei cacciatori, degli animalisti e degli ambientalisti. E questo in barba anche al pericolo per l’incolumità fisica con la quale conviviamo quando si tratta di predatori. Sembra quasi che la volontà precisa sia quella di obbligare l’agricoltore a occuparsi di tutto all’infuori dei reali problemi della terra: siamo diventati burocrati, tecnici informatici, comunicatori, giardinieri ora anche tutori della fauna selvatica. E’ il momento di smettere con le parole, con gli inutili incontri e di passare ai fatti”.
“Come Cia chiediamo, anzi esigiamo, provvedimenti legislativi e attuativi da parte del Parlamento e del Governo che consentano la regolamentazione delle specie in relazione alla capacità del territorio e nella logica della coesistenza sostenibile; dalla Regione Toscana pretendiamo interventi adeguati di abbattimento selettivo rivolti al controllo della presenza delle specie alloctone e invasive, degli ungulati e dei predatori. Infine chiediamo – conclude Rabazzi – un ristorno di fondi che sia commisurato alle perdite subite dalle aziende agricole. Il tempo delle chiacchiere è finito, per questo invieremo l’Ordine del Giorno approvato dalla Direzione Nazionale della Confederazione ai Comuni e alle altre Istituzioni, attendiamo risposte immediate, in caso contrario non mancheranno iniziative clamorose degne di chi ha nel cuore la passione per questo settore.”