SCARLINO – Rassegna d’autore al Castello di Scarlino, novità dell’estate 2015, per la prima volta dal 19 luglio al 5 agosto le voci di grandi autori ed interpreti in Castello d’Autore: David Riondino e Sandro Lombardi in Inferno Novecento mettono a confronto i personaggi danteschi con le grandi icone del Novecento come Lady Diana, Marylin Monroe, Pier Paolo Pasolini (19/7), l’eccellenza dell’Orchestra della Toscana incontra le più belle colonne sonore del Cinema (26/7) mentre Moni Ovadia ci conduce per mano verso un mondo straordinario, racconta partendo dal proprio bagaglio culturale, l’ebraismo e in particolare la cultura khassidica, attraverso storielle, melopee e racconti in Registro dei peccati (5 agosto).
19 luglio, h. 21.30
Progetto Divina Commedia 1
INFERNO NOVECENTO
uno spettacolo di Federico Tiezzi
drammaturgia a cura di Fabrizio Sinisi
con Sandro Lombardi e David Riondino
Dante nostro contemporaneo
L’Inferno e il grande giornalismo del Secolo Breve
A distanza di dieci anni dal fortunatissimo Dante Inferno, Federico Tiezzi riunisce di nuovo Sandro Lombardi e David Riondino intorno alla Commedia dantesca.
Lo spettacolo, che nasce da un’idea del giovane drammaturgo Fabrizio Sinisi, mette a confronto i maggiori personaggi dell’Inferno con grandi icone del Novecento (Lady Diana e Dodi Al Fayed, Marylin Monroe, Giulio Andreotti, Andy Warhol, Pier Paolo Pasolini…) o con momenti cruciali della sua storia, costruendo una diversa possibilità di lettura e fruizione del poema fondante della nostra cultura.
Lo spettacolo innesca uno strumento attraverso il quale il mondo contemporaneo possa interpretare la prima cantica dantesca: ma offre anche un modo per farsene interpretare. La grande poesia di Dante diventa un percorso all’interno delle contraddizioni dell’uomo contemporaneo. E a sua volta la contemporaneità intride di nuove figure e di fatti presenti alla nostra memoria l’universo immaginario dell’al di là dantesco.
Alternando episodi dell’Inferno con brani di celebri firme del giornalismo italiano, si realizza un viaggio non solo attraverso la Commedia, ma anche una discesa nei gorghi dell’anomalo, tremendo secolo appena trascorso.
Accanto ai versi dell’Inferno, il Novecento occidentale trova infatti una sua disarmante coincidenza; e il testo di Dante, usato come lente d’ingrandimento della nostra epoca, rivela una straordinaria e quasi angosciante attualità.
Inferno Novecento invita dunque lo spettatore a un percorso in cui la poesia si faccia complementare alla cronaca: il Novecento – per tanti aspetti ancora il nostro tempo – diventa il luogo di una discesa agli inferi, di uno sguardo sulla nostra storia recente e sul nostro presente.
26 luglio, h. 21.30
I Gruppi da Camera dell’ORT Quintetto di Ottoni e Percussioni dell’ORT
Donato De Sena concertatore Le più belle colonne sonore del cinema
musiche di Zimmer, Morricone, Schifrin, Piovani
a cura di Fondazione Toscana Spettacolo
Quintetto di Ottoni e Percussioni dell’ORT:
Le più belle colonne sonore del cinema
Il gruppo da camera di questa sera è una band particolare fatta di trombe, tromboni, corni, tube e percussioni tutte prime parti provenienti dall Orchestra della Toscana.
Nella loro ormai più che ventennale carriera hanno suonato con i più grandi direttori da Zubin Metha a Rafael Frühbeck de Burgos, da Riccardo Muti, Myung-Whun Chung a Luciano Berio effettuando tournée in tutti i paesi del mondo.
L’ensemble di Ottoni e Percussioni dell’ORT è un gruppo che interpreta sia il repertorio originale per ottoni che soprattutto altri generi, che vanno dalle importanti colonne sonore dei film ai grandi tanghi di Astor Piazzolla, con l’obiettivo di far divertire gli spettatori con esecuzioni di altissimo livello. Sono già dieci anni che effettuano concerti in Italia ed all’estero ricevendo da parte del pubblico e della critica grandi apprezzamenti.
Tre i cd pubblicati: due dedicati alle musiche da films per la casa discografica Azzurra, di cui il primo con la partecipazione del pianista Andrea Lucchesini ed il terzo con le composizioni di Astor Piazzola per la Naxos.
Arrangiatore e concertatore dell’ensemble è Donato De Sena, prima tromba dell’ORT
Donato De Sena tromba concertatore
Guido Guidarelli tromba
Paolo Faggi corno
Stefano Bellucci trombone
Riccardo Tarlini tuba
Morgan Tortelli percussioni
5 agosto, h. 21.30
Il registro dei peccati rapsodia lieve per racconti, melopee, narrazioni e storielle
Recital-reading sul mondo khassidico
Ideato ed interpretato da Moni Ovadia
Duttile, versatile, ironico e colto, Ovadia racconta partendo dal proprio bagaglio culturale, l’ebraismo e in particolare la cultura khassidica, le sfumature dell’animale-uomo colto attraverso le numerose sfaccettature dei comportamenti tipici della propria gente – spesso coraggiosa fino all’eroismo e ricchissima spiritualmente anche nell’estrema povertà materiale – con continui riferimenti a legami con altre religioni di cui mostra di possederne non solo gli elementi cardine.
La spritualità di quella gente della diaspora ebraica che vestiva in bianco e nero era davvero coloratissima, lo era con i colori del fervore estatico eppure quotidiano. Il linguaggio più autentico con cui si espressero quegli ebrei fu quello del khassidismo germinato sul crinale di un crocevia dove il pensiero spirituale più estremo e abissale si coniuga con la semplicità profonda di una pietas irrinunciabile per la più insignificante delle manifestazioni dell’esistente. Il khassidismo è la celebrazione della fragiità umana e della sua bellezza, in quella celebrazione si riconosce la maestà ineffabile del divino che non si vede, il cui nome è impronunciabile, e ciò nonostante con quel divino si intrattengono relazioni di familiarità e persino di prossimità irriverente, senza che questa contraddizione trascorra mai nella blasfemia. Il divino nella visione khassidica accoglie come figlio prediletto colui che osa polemizzare con il Santo Benedetto e perfino chi pretende di sottoporLo a processo per i mali del Mondo. Quel divino viene celebrato sì con la preghiera e con lo studio, ma anche con il canto, la danza, la narrazione e predilige l’umorismo il cui esprìt era sommamente stimato dai grandi maestri del khassidismo che ne apprezzavano il potere anti idolatrico.
Moni Ovadia conduce per mano lo spettatore verso un mondo straordinario che è stato estirpato dal nostro paesaggio umano e spirituale dalla brutalità dell’odio, ma che ci parla e ci ammaestra anche dalla sua assenza attraverso un’energia che pulsa in chi la sa ascoltare ed accogliere perché sente di potere costruire in sé, per sé e per l’altro, un essere umano migliore, più degno e più consapevole del proprio statuto spirituale. Il grande teologo cattolico Teillard de Chardin ha scritto: “noi non siamo esseri materiali che vivono un’esperienza spirituale, noi siamo esseri spirituali che fanno un’esperienza materiale”. Gli ebrei del khassidismo come forse nessun altro nella terra d’Europa hanno letteralmente incarnato nel loro modo di vivere concreto e mistico la straordinaria intuizione del grande teologo francese. Incontrare quel mondo anche solo nel riverbero delle sue iridescenze percepire i profumi della sua anima e ascoltarne la voce è un esperienza indimenticabile che trascende la hybris dei religiosi, spiazza ogni ortodossia clericale e smaschera la miseria dei baciapile.
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