CINIGIANO – «La decisione del sindaco Romina Sani di uscire dall’ambito socio-sanitario e dall’unione dei comuni dell’Amiata grossetana ha il sapore della provocazione ed il rischio del salto nel vuoto». A parlare sono Alice Bianchini, Giovanni Barbagli e Sara Ciacci, consiglieri del gruppo A/Gente comune.
«Ascoltando le motivazioni con le quali si è cercato di spiegare il perchè di questa scelta, possiamo cogliere una critica profonda all’Unione dei comuni per il suo non funzionamento e per gli svantaggi che l’adesione, a suo dire, ha portato al comune di Cinigiano – proseguono i consiglieri della lista civica -. Ma poi, quando dalla critica generica si affonda nei percheé, diventa evidente che le motivazioni addotte per uscire dall’Unione dei Comuni sono le stesse con le quali fu a suo tempo deciso di farne parte ed allora un dubbio si pone: o erano sbagliate allora o sono sbagliate ora».
«L’Unione dei Comuni con tutti i suoi difetti ha una storia, critica quanto vogliamo, un’organizzazione ed un percorso, ma quello che ha in testa il sindaco non ha né organizzazione né un percorso – sottolinea Barbagli -, è semplicemente un salto nel buio. Quando abbiamo fatto osservare che ci sono dei vincoli che non rendono agevoli né i tempi né il percorso, lei ha obiettato che il vincolo dei dieci anni, che impedisce il recesso dall’Unione, dipende dallo statuto il quale è assurdo; bene vorremmo ricordare al sindaco che lo statuto era noto al momento dell’adesione e quindi non si può accorgere ora che è assurdo».
«Come minoranza chiediamo che si apra da subito una processo serio di partecipazione sottoponendo al dibattito democratico tre possibili scelte – continua l’opposizione -: adesione all’unione dei comuni Amiata Grossetana, fusione con altri comuni e associazione di comuni. Se si segue quello che scrive la stampa, il retro pensiero del Sindaco è la fusione con i comuni della Maremma (Campagnatico e Civitella). Tanto meglio, allora come capo gruppo di A/gentecomune propongo di fare il referendum a Monticello Amiata e ad altre frazioni per chiedere ai loro abitanti di esprimersi sulla fusione con comuni della Maremma o con quelli dell’Amiata. Per la frazione di Monticello il risultato è sicuramente scontato. Sappiamo bene che l’adesione ai comuni del territorio montano porta benefici sia all’agricoltura sia ai prodotti tipici come la castagna e non solo, e che per effetto dei benefici assegnati alle aree svantaggiate dalla programmazione nazionale e regionale ci sarà tutto da guadagnare».
«La stessa esenzione del tributo IMU per i terreni agricoli siti nei territori montani che gli abitanti di Monticello con la fusione con i comuni dell’Amiata non pagheranno più, sarà salutata come un bel vantaggio. Le altre frazioni, compreso il capoluogo Cinigiano, valuteranno con intelligenza cosa è più conveniente per loro e noi rispetteremo la loro volontà. Chiediamo responsabilmente di superare le criticità per costruire un’Unione dei comuni funzionante ed utile per gli abitanti e per gli operatori turistici, commerciali, artigianali e agricoli – conclude -. Ma al sindaco questi problemi non interessano, lei gioca a monopoli, compra baratta e vende. Beata lei e poveri noi!»