GROSSETO – La situazione delle attività zootecniche in provincia di Grosseto è di grande difficoltà. Gli allevatori, che rappresentano un presidio fondamentale per il mantenimento del territorio, necessitano di una risposta concreta e immediata da parte delle istituzioni. È chiaro però che in tutto questo bisogna anche saper fare tesoro di ciò che è già stato fatto e si sta ancora facendo per ridurre il danno da predazioni. I fondi europei destinati all’ambiente che tramite Medwolf hanno fornito gratuitamente, agli allevatori che collaborano alla realizzazione del progetto, recinzioni e cani da guardiana, rientrano tra le numerose azioni di “mitigazione”del conflitto allevatori/predatori, messe in campo, negli ultimi anni, sul territorio provinciale. “In provincia di Grosseto sono 59 le aziende che stanno già beneficiando o che beneficeranno a breve delle misure di prevenzione del progetto Medwolf – fanno sapere i partner dello stesso – con risultati, al momento, più che soddisfacenti che hanno portato ad una diminuzione – delle predazioni. Le misure di prevenzione sono uno strumento concreto di difesa e hanno una funzione deterrente nello scoraggiare i predatori. Certo è che ne va certificato il corretto montaggio e la corretta gestione, valutando caso per caso (numero di capi, estensione dell’azienda, ecc.). Siamo consapevoli della grave situazione, ma riteniamo che l’abbattimento del lupo non sia la soluzione definitiva al problema”
“Sono soddisfatto dell’aiuto che ho ricevuto dal progetto Medwolf – ha spiegato Fabio Neri, allevatore di Istia d’Ombrone e beneficiario delle misure di prevenzione del progetto – ma questo non può rappresentare da solo un punto d’arrivo e servono risposte immediate, per diminuire il conflitto con i predatori, da parte della politica. Il progetto però mi ha aiutato, grazie ai cani da guardianìa riesco ad avere una migliore gestione degli animali al pascolo. E oltre a questo c’è anche un altro aspetto positivo a livello economico, perché i fondi del programma LIFE non vengono dall’agricoltura ma da quelli disponibili per la conservazione della natura e per la tutela delle biodiversità e quindi non intaccano il fondo già dedicato a noi agricoltori”.
Una posizione non certo isolata, quella di Neri, che ha scelto di proteggersi con mezzi adeguati dagli attacchi. Lo dimostrano le richieste, sempre più numerose, inoltrate agli Enti competenti da parte degli allevatori, rispetto ai fondi che la Regione Toscana mette a disposizione di coloro che intendono adottare misure di prevenzione quali strutture di ricovero (ovili), recinzioni metalliche, elettrificate, strumenti elettronici di videosorveglianza, acquisto/addestramento di cani da guardiania.
Rispetto agli anni passati, in cui la Provincia di Grosseto aveva ricevuto, effettivamente, poche richieste in tal senso, 20 in totale dal 2007 al 2013, nel 2014 sono state presentate 16 domande per un investimento richiesto di circa 350 mila euro ed un contributo erogabile di circa 130 mila. Nelle 3 Unioni dei Comuni le domande presentate nel 2014 , invece, sono state 57, a fronte nel 2012 di 21 domande e di 40 nel 2013. L’aumento quasi esponenziale delle richieste a partire dal 2013 sembra già sufficiente a chiarire che è in atto un’adesione importante, da parte degli allevatori grossetani nei confronti dei mezzi di protezione, che cresce anno dopo anno.