di Barbara Farnetani
GROSSETO – Non c’è pace per il bastione Maiano. Dopo gli scarabocchi sui pannelli del parapetto, i vetri spaccati, forse con una mazza o con dei sassi, adesso arrivano le scritte sul marmo del pavimento della terrazza. L’ennesimo atto vandalico, l’ennesimo sfregio ad uno dei nostri monumenti più belli.
Chi abita vicino racconta di aver sentito, ieri sera, grida sguaiate, e di essersi affacciato alla finestra «C’erano una decina di ragazzetti credo sui 15/16 anni che urlavano, ragazzi e ragazze, stamani sono andato a correre sulle mura e ho visto la scritta che ieri non c’era». La scritta lasciata, grezza e offensiva, rivolta forse ad un compagno, ad un amico, li deve aver fatti ridere molto. Si devono essere sentiti “ganzi”, quel brivido di proibito che piace ai ragazzini, che non valutano le conseguenze dei proprio gesti, anche se non sono più dei bambini.
Eppure dovrebbero sapere che questi gesti significano spendere, anzi buttare, denaro, che queste “bravate” tolgono soldi per altre cose, per riparare la buca sotto casa loro, quella in cui rischiano di cadere quando vanno in motorino o in bici, tolgono soldi per l’assistenza sanitaria alla loro nonna, portano a più tasse per tutti i cittadini anche i loro genitori, che poi avranno meno denaro per la paghetta, per mandarli in gita, per comprare loro la maglietta, il telefonino, o per la vacanza al mare.
Purtroppo contro la stupidità di certa gente non ci sono telecamere che tengano. Impossibile metterne ovunque, e gli sciocchi troveranno sempre un angolo riparato in cui dimostrare la propria idiozia. Non sono le telecamere che fanno la differenza, ma l’educazione di questi ragazzi, abituati sin da piccoli a non pagare le conseguenze dei propri gesti.