di Sabino Zuppa
MONTE ARGENTARIO – Accordo storico tra consorzio bonifica sei Toscana e Comune di Monte Argentario per il dragaggio e la pulizia della foce del fosso di Boccadoro a Porto Ercole. Una manutenzione programmata di cui si è spesso sentita l’esigenza e di cui si è anche parlato di recente riguardo all’iter che porterà all’approvazione del Piano Regolatore del porto di Cala Galera.
Il corso d’acqua in questione, infatti, scorre nel bel mezzo della piana retrostante il porto turistico argentarino e, nei suoi ultimi metri, si avvicina alle strutture del porto per gettarsi in mare proprio in corrispondenza di una zona che, negli ultimi decenni, ha visto un forte avanzamento della linea di spiaggia. Per questo motivo la foce del fosso di Boccadoro rimane sempre insabbiata e, in occasione delle piogge straordinarie simili a quelle verificatesi per l’alluvione del 2012, mette a serio rischio la sicurezza della piana che comprende parte del polo nautico e cantieristico argentarino. Per questo motivo, qualche giorno fa, la giunta del sindaco Arturo Cerulli ha approvato una delibera di giunta in cui ha concordato di avvalersi del Consorzio 6 Toscana Sud per l’esecuzione dei lavori periodici di manutenzione ordinaria di riescavo, ripulitura e riapertura a mare della Foce del Fosso Boccadoro, qualora se ne ravvisi in ogni periodo dell’anno la necessità onde evitare esondazioni, stagnazione e innalzamento dei livelli delle acque nel reticolo interno.
La spesa, che sarà sostenuta dall’amministrazione argentarina sarà di 8000 euro da imputare al bilancio pluriennale 2015-2017 ed è stata stanziata proprio per risolvere una questione importante riguardo ad un luogo che, in futuro, dovrebbe diventare la meta preferita del diportismo sociale di questa parte di Monte Argentario: nella parte finale del fosso di Boccadoro, infatti, è stato prevista un’area in cui si ormeggeranno le piccole imbarcazioni, prevedendo naturalmente un sistema per impedire costantemente l’insabbiamento della foce che, come confermato anche dagli studi dei tecnici argentarini, è dovuto ai detriti portati al mare.