FOLLONICA – Sandro Marrini, capogruppo di Forza Italia, non usa mezzi termini. Per lui, dopo un anno di governo della città, il giudizio sulla giunta guidata dal sindaco Andrea Benini non lascia spazio a dubbi. «È stato un disastro».
«Nel 2014 – scrive Marrini –, di questi tempi, il sindaco neoeletto Andrea Benini annunciava la composizione della sua giunta e si impegnava a verifiche annuali per valutare la prova degli assessori. Non solo: assegnava un obiettivo a ogni assessore per testare le capacità di ognuno, assegnando in tutto cinque deleghe specifiche su alcuni temi che richiedevano interventi urgenti. Partiamo dal Patto civico per la bellezza urbana, assegnato all’assessore e vicesindaco Andrea Pecorini: l’intento doveva essere quello di non trascurare tutto ciò che è ordinario, e quindi la manutenzione di strade, vie, piazze, verde pubblico e decoro».
«Dodici mesi sono passati e a Follonica si notano solo piccoli interventi sparsi tra centro e periferia, mirati a migliorare le condizioni di alcune aree: insomma, qualche toppa messa in qua e là, ma pochi interventi organici e omogenei. In pratica nel mese di giugno, a stagione già inoltrata, si è resa la città un cantiere aperto, con le conseguenti (e giustificate) lamentele di cittadini e turisti: traffico bloccato o deviato, accessi alla pineta fuori uso, mezzi e operai al lavoro».
«Eppure gli stessi interventi potevano essere realizzati prima dell’estate. In quel Patto civico per la bellezza urbana rientra anche il bando del verde pubblico che, evidentemente, stenta a decollare, lasciando nel degrado i giardini di Follonica. Insomma, di bellezza urbana ce n’è davvero poca».
«Del progetto Follonica Led, che dovrebbe portare in città un nuovo sistema di illuminazione e un risparmio energetico, si sa davvero poco: un anno è passato da quando la delega è stata assegnata all’assessore Mirjam Giorgieri, anche responsabile della comunicazione (altra materia che, a quanto pare, non è proprio il punto forte del Comune di Follonica). Intanto l’illuminazione della città è a dir poco insufficiente e vetusta. Basti pensare che nella sezione Segnalazione guasti del sito internet comunale i lampioni spenti o rotti rappresentano la voce più presente e discussa».
«L’assessore Alberto Aloisi invece si sarebbe dovuto occupare della nuova Cittadella del Carnevale, ma di questa struttura non c’è ancora nemmeno il progetto. Le ultime dichiarazioni di Aloisi parlavano di metà estate come scadenza per il passaggio in giunta, ma è chiaro che per vedere il sogno dei carristi realizzato bisognerà attendere ancora anni: la velocizzazione dell’iter che Benini aveva annunciato, dunque, non c’è stata e a questo punto è difficile pensare che ci sarà».
«L’assessore Massimo Baldi, dal canto suo, ha presentato l’annunciato Tavolo unico degli eventi: peccato che lo abbia fatto a ridosso della stagione e senza coinvolgere soggetti importanti come le associazioni di quartiere che chiedevano di essere rappresentate nel nuovo organismo. Perdipiù, il calendario degli appuntamenti estivi è deludente: non certo a causa dei privati, che hanno fatto di tutto per inserire le loro manifestazioni all’interno di un programma redatto in netto ritardo dall’amministrazione comunale, ma per l’assenza di grandi nomi che invece l’assessore Baldi avrebbe dovuto attirare a Follonica. Sarebbe servito almeno un concerto o uno spettacolo di punta che fungesse da traino, ma non c’è. Infine, l’assessore Barbara Catalani con il suo Piano strategico di sviluppo e innovazione dell’ex Ilva: progetto in cui di strategico, purtroppo, sembra esserci davvero poco. Da mesi l’assessore Catalani non riesce a fornire a Forza Italia i numeri delle spese che l’amministrazione comunale affronterà per far vivere le fonderie dell’ex Ilva appena ristrutturate e mantenere le strutture già esistenti. Dove sta la strategia? Si programma senza tener contro di entrate e uscite».
«Il sindaco Andrea Benini si prenda quindi le sue responsabilità: è evidente che nella sua giunta qualcosa non funziona e c’è molto da rivedere al più presto. In alcuni casi mancano le competenze, in altri la capacità di gestione dei problemi, in altri ancora c’è anche un po’ di supponenza e disinteresse nei confronti di ciò che i cittadini hanno da dire. Anzi, di fronte all’evidenza toccherebbe proprio agli assessori fare il primo passo, rinunciando al loro incarico».