MASSA CARRARA – Dalla Cisa a Roma, 21 tappe e centinaia di chilometri da percorrere tra la Toscana e il Lazio. Un viaggio affascinante che IlGiunco.net seguirà, giorno per giorno, grazie al racconto di Marco Giovanelli, direttore di Varese News, che percorrerà a piedi, zaino in spalla, e con uno smartphone la Via Francigena regalando anche ai lettori del nostro quotidiano emozioni e immagini dell’antica via che collega ancora Canterbury alla Capitale.
Da oggi quindi lanciamo sulle nostre pagine questa nuova rubrica, #viafrancigena: il diario del cammino” che, giorno per giorno, ospiterà le tappe percorse da Marco Giovanelli.
Lui partirà da Varese domani, mentre sabato inizierà il suo cammino dalla Cisa. Ecco le sue parole prima della partenza.
L’idea di percorrere la via Francigena arriva da lontano. Da un parte c’è la consapevolezza che questo cammino ha grandi potenzialità sia in termini turistici che spirituali. Sulle orme di quello che fece Sigerico nel 990, quando parti da Canterbury per andare dal Papa a Roma, si incontrano bellezze uniche al mondo. Si pensi solo al Gran San Bernardo, a pezzi di Piemonte, Pavia, la Lunigiana, Lucca, Siena, la Val d’Orcia, Bolsena, Viterbo e infine Roma. La Via Francigena può diventare elemento di forte attrazione ben oltre la bellezza di questi luoghi. Sta anche qui la mia scelta di camminare lungo queste strade e non quelle spagnole verso Santiago di Compostela.
Dall’altra però c’è una scelta personale molto più profonda. A cinquantasei anni si può guardare ancora molto avanti costruendo un proprio futuro attento a tutto quello che ci circonda. Così, di fronte a un momento di difficoltà sanitaria, ho deciso di provare a cambiare alcune cose della mia vita e ho iniziato a prestare maggiore attenzione al mio corpo. Dalle lunghe camminate sono passato a fare veri e propri percorsi di trekking e ho iniziato a dimagrire e a pensare di provare a mettermi in gioco seriamente. Sono stati tre mesi di preparazione fisica. Pochi, forse non sufficienti, ma questo lo scoprirò solo nelle prossime settimane quando il cammino procederà giorno dopo giorno.
Lo spirito è cambiato lungo questo periodo. Piano piano la consapevolezza del poter lavorare a questo progetto ha preso un posto importante nei miei pensieri.
La Via Francigena mi sta accompagnando, aspettando, affiancando. Ho letto molto perché curioso di sapere, scoprire, immergermi nelle atmosfere dei viaggiatori, pellegrini, camminatori.
Cinque anni dopo un’altra fantastica avventura, il viaggio in vespa da Ventimiglia a Trieste, mi rimetto in viaggio.
Questa volta sono lentezza e profondità le parole che mi risuonano. Muoversi lentamente richiede cura, attenzione, pazienza e tanto ascolto. Ascolto prima di tutto del proprio corpo, delle emozioni, dei pensieri. Ma anche ascolto della vita che scorre accanto.
Profondità è connesso alla lentezza perché ogni situazione richiede di non stare in superficie, ma di entrare dentro. Non sarà tanto importante il “fuori” quanto il “dentro”. Star dentro con se stessi prima di tutto.
Mancano solo due giorno e ora il corpo e lo spirito mandano nuovi segnali. Ascoltarli sarà un esercizio importante. Noi possiamo permetterci di entrare in questa dimensione molto più di quello che potevano fare i pellegrini durante il Medioevo, quando la Francigena divenne una delle strade più importanti e trafficate al mondo. A differenza di quello che succedeva a loro, incontrare lupi o briganti è una esperienza remota. Inoltre abbiamo sempre qualcuno che è pronto ad accoglierci. Allora era tutto una vera incognita.
In queste 21 tappe, con la speranza di percorrerle tutte dal Passo della Cisa a Roma, per comunicare, avrò con me solo uno smartphone. Quanto basta comunque per tenere una sorte di diario del cammino. Lo troverete su questo giornale, su altri sparsi per il centro Italia, sul mio blog www.marcogiovannelli.it e ovviamente sui miei social.
Chi è Marco Giovannelli – Viterbese di origine, varesino di adozione, cittadino del mondo. Dal 1998 giornalista e direttore di Varesenews. Laureato in scienze “inutili”, quelle politiche a Milano nel 1983 e delle comunicazioni a Viterbo nel 2007. Ho insegnato, lavorato nel sindacato, in un progetto sociale per le tossicodipendenze e poi come cooperatore nella gestione di uno storico circolo.