di Barbara Farnetani
GROSSETO – Una proposta perché sia riconosciuto il valore delle “opere dell’ingegno” e di chi le crea attraverso un registro e d un regolamento. La presenterà il Movimento 5 Stelle, ma, come ci tengono a precisare, è frutto del lavoro di un gruppo di cittadini.
«Questa proposta – afferma il consigliere 5 Stelle Giacomo Gori – va a colmare un vuoto normativo». Tutto nasce in seguito ad una serie di multe fatte dalla polizia municipale ad alcune persone che vendevano gli oggetti creati da loro in alcuni mercatini. Così è nata l’idea di un tesserino e di un regolamento, come già avvenuto in altri comuni. L’associazione “gli Artieri”, che da anni lavora nella provincia ricorda «Nonostante avessimo fatto tutte le richieste per l’occupazione del suolo pubblico ci siamo visti cancellare tutta una serie di iniziative già in programma. Ci siamo chiesti se potevamo ancora esercitare la nostra attività sul territorio. Con questa delibera cerchiamo di portare alla luce questa bolla amministrativa perché la nostra attività non viene riconosciuta. Tra noi c’è chi lavora il vetro, il legno, il cuoio, i tessuti, chi dipinge, tutte opere realizzate spesso sul posto. È dunque anche facile, nel nostro caso, stabilire se si tratti o meno di opere dell’ingegno».
«Non stiamo parlando di entrare in concorrenza con i commercianti – precisa Gori – perché questa gente crea cose che nei negozi non si trovano». «Non c’è nessuna legge, né regionale né comunale al riguardo – spiega Loretta Tecchi degli Artieri – e questo ha creato il problema perché il codice civile non è chiaro al riguardo».
Il collega Roberto Maierotti le fa eco «Hanno sospeso i mercatini perché, di punto in bianco, dopo anni in cui abbiamo fatto mercatini dietro regolare permesso i vigili hanno ritenuto che le opere dell’ingegno non esistono e che le uniche che possono avere questa classificazione sono la pittura, la scultura e le arti visive, perché così dice il codice civile. Manca una regolamentazione che c’è invece in altri comuni, a Torino per esempio, dove questi mercatini vengono organizzati anche di comune accordo con le associazioni di categoria. Abbiamo anche incontrato gli assessori, che ci avevano assicurato che avrebbero risolto il problema a breve, ma non è andata così». E così gli “operatori dell’ingegno” si sono rivolti ai 5 Stelle per presentare la proposta di delibera in consiglio comunale. Il passo successivo sarà, semmai, stabilire e distinguere cosa è frutto dell’ingegno e cosa è una semplice compravendita di oggetti, seppure artigiani o artistici.