GROSSETO – Andrea Santini lascia il Partito democratico, ma non la politica. Il divorzio con il Pd era nell’aria da tempo e adesso arriva l’ufficialità con la lettera che lo stesso Sanitni ha inviato contemporaneamente al presidente dell’assemblea nazionale Matteo Orfini, al segretario nazionale Matteo Renzi, al segretario regionale Dario Parrini al presidente dell’assemblea provinciale Riccardo Vannozzi e al segretario provinciale Barabra Pinzuti.
Santini, civatiano, era stato eletto anche nell’assemblea nazionale del Pd e fin dall’inizio aveva partecipato alla fondazione del partito «con entusiasmo».
In provincia di Grosseto si tratta del primo strappo di un certo rilievo all’interno del partito all’indomani delle regionali anche se la posizione di Andrea Santini negli ultimi mesi era stata molto critica e non è una sorpresa che oggi ufficializzi la sua uscita dai democratici.
«Non posso più tollerare – si legge nella lettera di Sanitni – di vedere sempre di più il Pd trasformarsi in un partito che ha perso ogni capacità di elaborazione politica e dove chi propone cose alternative al pensiero unico e imperante viene visto come un eretico, un gufo, un rosicone o un professorone».
«Ritengo – aggiunge – che un partito di sinistra e di centrosinistra debba immaginare un futuro diverso e migliore e che debba valorizzare le competenze, ma mi sono reso conto che tutto questo non succede, in quanto viene premiata solo ed esclusivamente la fedeltà al “capo”».
Santini poi annuncia, sempre nella sua lettera, che non lascerà la politica «perché la politica non è solo una bella parola: se le diamo il giusto senso e la facciamo in tanti è il modo di essere cittadini e di esercitare responsabilità».
Alla “fuga” di Santini potrebbero seguire nei prossimi giorni altri abbandoni tutti provenienti dall’area civatiana del partito anche perché proprio Pippo Civati domenica prossima a Roma “inaugurerà” la sua creatura politica con la prima assemblea nazionale di “Possibile”.