GROSSETO – Il Giubileo della Misericordia, indetto da papa Francesco a partire dal prossimo 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione e data evocativa per la storia recente della Chiesa cattolica (saranno 50 anni dalla chiusura del Concilio ecumenico vaticano II), diventa occasione preziosa per il nostro territorio per provare a rilanciare l’aeroporto civile di Grosseto come una delle possibile porte verso Roma.
Sollecitati anche dal dibattito innescato sugli organi di stampa, il presidente della Seam (società gestrice dello scalo civile di Grosseto) Renzo Alessandri e il vescovo Rodolfo Cetoloni si sono incontrati per verificare insieme quali strade percorrere per legare all’evento giubilare la possibilità di rilanciare il ruolo dello scalo maremmano. Questa mattina in conferenza stampa è stata annunciata l’iniziativa di inviare a 370 diocesi dell’Europa una lettera della Seam, accompagnata da una lettera del vescovo (tradotte in inglese) in cui l’aeroporto di Grosseto viene proposto come possibile alternativa per il traffico giubilare.
“Nel 2000 – ricorda Alessandri – in occasione del grande Giubileo fu realizzata, anche attraverso contributi statali, l’aerostazione, che nelle intenzioni era destinata a diventare una delle porte del Giubileo, soprattutto per i voli charter. L’intenzione, purtroppo, rimase tale perché i due aeroporti della Capitale mutarono strategia decidendo di accettare anche i charter. Ci è, così, rimasta in dote l’infrastruttura che adesso, di fronte alla indizione di un nuovo anno giubilare, vorremmo poter rilanciare attraverso un’operazione di marketing aeroportuale, che metta in evidenza i vantaggi dello scalo civile. Abbiamo così concordato con il vescovo di presentare il nostro scalo a 370 diocesi europee, che nei prossimi giorni verranno raggiunte dalle due lettere, da un operativo dei collegamenti ferroviari Grosseto-Roma e da una ipotesi di collegamenti in bus, sia diretti che con una tappa intermedia ad Orvieto. L’altro passaggio concordato – ha proseguito Alessandri – sarà il contatto con l’Opera Romana Pellegrinaggi, che già nel 2000 si mostrò fattivamente interessata allo scalo di Grosseto. Il nostro vantaggio è rappresentato dalla maggior rapidità nel disbrigo delle operazioni aeroportuali e doganali, capaci di ammortizzare il tempo per poi raggiungere la Capitale. Quello che stiamo immaginando – ha aggiunto il presidente di Seam – è in parte già all’attenzione delle cronache. Come riportato, infatti, in questi giorni da molti quotidiani c’è un’interrogazione parlamentare del deputato Anzaldi, il quale – a fronte dei disagi che si stanno verificando a Fiumicino dopo l’incendio di qualche settimana fa – chiede di aprire in via straordinaria gli aeroporti di Grosseto e di Pratica di mare ipotizzando addirittura 30 voli giornalieri da dirottare sul nostro scalo. Se ciò si realizzasse, tutti ci renderemmo conto di ciò che vuol dire avere o meno un aeroporto sul territorio”.
Convinto della collaborazione nata con Seam anche il vescovo Rodolfo. “Ho aderito volentieri – ha spiegato il presule – per due ragioni. La prima è per il valore in sé del Giubileo della misericordia, che come scrive il papa nella bolla di indizione , è occasione per contemplare il mistero dell’amore di Dio; la misericordia è infatti fonte di gioia, di perdono, di relazione ed è l’atto ultimo e supremo con cui Dio ci viene incontro. Pertanto favorire nelle persone tutte le condizioni possibili perché si sentano partecipi di questo anno di grazia, lo vivano e lo assaporino anche attraverso pellegrinaggi a Roma è molto importante. La seconda ragione è che la Chiesa è inserita profondamente nel tessuto di questa terra e vuol contribuire come può alla sua crescita e alla sua promozione sul piano umano, sociale, economico. Ogni occasione che va in questa direzione va colta e incoraggiata. Per questo ho suggerito il contatto con le diocesi europee, così come è molto importante proporre itinerari di viaggio che prevedano tappe come quella di Orvieto, perché il pellegrinaggio non è compiere un tragitto veloce verso la meta, ma è preparare tutta la nostra persona, anche attraverso tappe ben congegnate, all’incontro con Dio. La proposta che viene dal territorio mi pare allettante: speriamo che ci siano risposte, farebbero bene alla nostra economia, ma anche alla nostra umanità, in questo desiderio che anche come diocesi ci sta muovendo di aiutare il territorio a dilatare il proprio animo, ad ampliarsi, contro ogni tentazione di chiusura e di autoreferenzialità”.