GROSSETO – A pochi giorni dal voto si apre subito per il neoeletto Enrico Rossi un nuovo fronte di protesta in Maremma. Il governatore ha annunciato che la sede della Asl di area vasta del sud della Toscana, area che comprende anche Grosseto, avrà la sua sede ad Arezzo.
Un altro smacco per la provincia di Grosseto dopo aver perso anche la centrale del 118.
Un annuncio che ha subito provocato le reazioni dei sindacati. Cgil, Cil e Uil
«Dal prossimo 1 luglio – scrivono i sindacati – avrà inizio il processo di integrazione tra le usl di Arezzo Grosseto e Siena che porterà dal 1 gennaio 2016 alla nascita di una unica azienda sanitaria per tutta l’area vasta., e questo può anche non piacere ma è già legge scritta deliberata ed esecutiva.
Come, attraverso le nostre denunce, è fatto conosciuto ma consolidato che nel nostro territorio cittadini e lavoratori della sanità vivono quotidianamente alcune situazioni di disagio, in particolare per quanto riguarda la scarsità dei servizi territoriali, le lunghe liste di attesa per esami e visite specialistiche, il ricorso ad ospedali fuori provincia anche per interventi chirurgici di non particolare complessità».
«Al nuovo commissario aziendale, che svolgerà le funzioni di direttore generale, chiediamo il rispetto e la piena attuazione dei dei patti territoriali sottoscritti con le amministrazioni comunali.
Ed appare prioritario ed indispensabile il potenziamento del nostro territorio (case della salute, cure intermedie, medicina d’iniziativa) per un accesso migliore e più veloce ai servizi e valorizzazione di tutti i presidi ospedalieri della provincia con lo sviluppo delle prestazioni chirurgiche programmate, la diagnostica e le visite specialistiche».
«Su tutto questo chiederemo al nuovo direttore l’apertura di un tavolo di confronto che segua e monitori il processo di accorpamento delle usl, al fine di evitare il ripetersi di operazioni di razionalizzazione delle strutture analoghe a quella sulla unificazione delle centrali operative del 118. In questo caso, infatti, si era partiti con l’obiettivo di risparmiare sui costi di gestione creando una unica centrale a livello di area vasta e ci ritroviamo, di fatto, con la sola chiusura di quella di Grosseto e con l’adozione di un modello di emergenza urgenza che sta producendo un incremento dei costi».
«Eravamo quelli tecnologicamente più avanzati e quindi anche organizzativamente, e ne siamo usciti con le ossa rotte; le novità emerse dalla bocca del Governatore peggiorano ulteriormente il quadro».
«Sulla tenuta dei servizi nel territorio siamo pronti ad una contrapposizione ad oltranza e non cederemo di un millimetro; al pari di come troviamo inaccettabile la dichiarazione del Presidente sul contenimento dei costi della sanità pagato ancora una volta dai lavoratori attraverso la riduzione quantitativa e qualitativa del personale. La politica locale, se condivide, provi a fare il suo; speriamo in maniera più efficace di quanto ha fatto nel passato».