GROSSETO – «La condizione degli anziani merita un impegno particolare, perché l’allungamento dell’aspettativa di vita ci pone un doppio problema: valorizzare il ruolo degli anziani attivi e garantire agli anziani fragili, non autosufficienti, assistenza di tipo sociosanitario in un quadro di scarsità di risorse». Lo dichiara in una nota Barbara Pinzuti candidata Pd alle prossime elezioni per il rinnovo del consiglio regionale.
«La Toscana è oggi la regione più longeva d’Europa. La Regione ha competenze specifiche su questo grande tema, e pur tra mille difficoltà sta ridisegnando il proprio modello di welfare – precisa Pinzuti -. Questo sarà uno degli impegni più pressanti dei prossimi cinque anni del mandato regionale. Dobbiamo esserne consapevoli. Per quanto riguarda gli anziani attivi, la priorità è favorire stili di vita sani che prevengano l’insorgere di malattie invalidanti, come l’attività fisica adattata (Afa), ma anche incentivare l’associazionismo e la creazione di reti di sostegno e solidarietà che rendano le persone partecipi e attive».
«Sul versante dell’assistenza sociosanitaria all’anziano fragile, la sfida è ancora più complicata: l’obiettivo strategico è dare la possibilità di vivere in casa propria alle persone con patologie cronicizzate, evitandone l’istituzionalizzazione che peggiora inevitabilmente la qualità della vita. Per questo servono sia più assistenza domiciliare integrata (Adi), più tecnologia, come i sistemi di telecontrollo e monitoraggio in remoto, contributi economici e sgravi fiscali per l’assunzione di persone dedite all’assistenza (badanti) – scrive Pinzuti -. Ma anche centri diurni e attività di socializzazione per le persone affette da Alzheimer, anche per alleggerire il carico dell’assistenza che grava sulle famiglie, oppure condomini assistiti secondo la prassi del cosiddetto co-housig».
«L’istituzionalizzazione potrà così rimanere una scelta residuale, e riservata alle persone in condizione più grave che hanno bisogno di un’assistenza H24. Insomma – conclude Pinzuti – è decisivo mettere in campo una vera e propria strategia regionale per l’età avanzata, prevenendo fenomeni sociali di solitudine e abbandono che se esplodessero sarebbe molto difficile poter gestire».